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Cultura venerdì 18 ottobre 2013 ore 15:55

Il treno di Volpe ferma il tempo al museo Piaggio



Apre i battenti domani, sabato 19 ottobre a Pontedera la mostra del pittore livornese Pontedera - Sarà visitabile da domani sabato19 ottobre, fino al 16 novembre la mostra Viaggio nel tempo del pittore livornese Angiolo Volpe, allestita al museo Piaggio di Pontedera. L'esposizione conta oltre 20 opere dell'artista che si definisce un post-post macchiaiolo e che attraverso il motivo del treno cerca di riattraversare nel linguaggio figurativo la seconda parte del '900, dagli anni 40 fino ai giorni nostri. La mostra organizzata in due sezioni, quella di carattere più generale e quella dedicata alla Shoah, è stata curata nell'allestimento dal museo Piaggio dell'omonima fondazione presieduta da Ciro Costagliola, e dal Comune di Pontedera, in particolare da Riccardo Ferrucchi che si è occupato anche della parte critica. Le opere di Volpe esposte al museo Piaggio nascono riprendendo un tema che fin dagli anni '60 ha appassionato l'artista, il treno, inteso come continum per un viaggio nel tempo, attraverso le varie epoche del '900 e attraverso qualche omaggio a grandi eventi o fenomeni culturali, non ultimo la Vespa Piaggio. Una serie di opere dove usando il tema del treno che rappresenta quindi il viaggio, il pittore cita le varie epoche e la loro cultura, collocando nei quadri, quando locandine di film, o personaggi che hanno fatto la storia del '900 per approdare fino al treno e la natura, un “viaggio a ritroso” nella storia personale dell'artista come lo stesso pittore dice, che comincia proprio nella maremma livornese, dai suoi cavalli e nella pianura attraversata dal treno uno dei primi soggetti indagati da Volpe. La msotra si chiude con la sezione dedicata all'olocausto, dove il taglio principalmente figurativo delle opere di Volpe, cede il passo a citazioni dotte della pittura del novecento da Dalì a De Chirico per arrivare fino alla cinematografia inserendo nella sezione dedicata all'olocausto, evento che segnò profondamente Livorno, una citazione cinematografica, la bambina con il cappotto rosso di Steven Spielberg, tratta dal film Schindler's List, insomma la pittura che cita il cinema per raccontare il dramma della deportazione ebraica, cogliendo forse inconsapevolmente quella massima della critica del '900 secondo cui l'arte nel ventesimo secolo è principlamente il cinema.

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