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Attualità giovedì 25 giugno 2015 ore 12:15

Accoglienza migranti, assemblea a Forcoli

Foto di Mirko Melai

Nella serata di ieri, il sindaco Gherardini ha incontrato i cittadini per discutere del delicato tema ed esporre le politiche in Valdera



PALAIA — Niente discussioni, né battibecchi. L'assemblea pubblica sul delicato tema dell'accoglienza ai migranti, rifugiati e profughi sul territorio che si è svolta ieri sera nella saletta Capaccini a Forcoli si è svolta in un clima di profonda educazione e comprensione, pur con la ferma volontà dei cittadini di sviscerare l'argomento facendo domande su domande all'amministrazione comunale che ha promosso l'assemblea.

Pacato, dall'inizio fino alla fine dell'incontro, il sindaco Marco Gherardini, che ha dato il via alla discussione sottolineando l'intenzione dell'amministrazione a incontrare periodicamente la cittadinanza.

"A gennaio 2014 - ha detto il sindaco - è iniziato un fortissimo flusso migratorio a cui sono seguite richieste insistenti da parte della Prefettura affinché i Comuni ricercassero sul territorio strutture e appartamenti per accogliere gli stranieri. La politica della Valdera è stata sempre quella di preferire luoghi di accoglienza piccoli e sparsi sul territorio, per favorire al meglio l'integrazione".

Dell'accoglienza pratica si occupa principalmente la cooperativa sociale Arnera nata nel 2014 dalla fusione di quattro piccole cooperative (due pisane e due pontederesi) che fra soci, dipendenti e consulenti conta circa 350 persone che lavorano nei settori dell'infanzia, dell'adolescenza, degli anziani e dell'accoglienza a stranieri. Casa Valdera, invece, cura la parte burocratica.

"Ad oggi - ha spiegato il sindaco - a Forcoli sono presenti 10 ragazzi d'età media intorno ai 25 anni, arrivati in due gruppi a maggio scorso. Risiedono in due appartamenti (4 e 6) e alcuni di loro hanno già il permesso di soggiorno. Il costo del servizio di accoglienza è di 35 euro al giorno, soldi che vengono ripresi da contributi regionali, statali ed europei. Questi ragazzi - ha aggiunto Gherardini - vengono coinvolti in un percorso di conoscenza del paese, Forcoli in questo caso, dove resteranno per alcuni mesi e come amministrazione comunale stiamo pensando di impiegarli per qualche ora a settimana in lavori socialmente utili".

"I più inseriti in questo servizio di accoglienza sono rifugiati politici - ha spiegato l'operatore di Arnera Renato Petrone -, per legge i primi sei mesi non possono lavorare ma vengono accompagnati tre volte a settimana a Pontedera per seguire corsi d'italiano e per conoscere il territorio, la burocrazia, l'educazione civica. Parlano soprattutto in inglese e francese, e nel gruppo di Forcoli c'è anche un ragazzo sordo muto".

Un'esperienza del genere è stata messa in piedi a Legoli, dove da mesi sono arrivati altri ragazzi nigeriani cristiani, che sono risiedono accanto alla chiesa, non hanno avuto problemi e si sono ben integrati con il paese.

Dopo che il sindaco Gherardini e gli altri relatori hanno inquadrato il servizio, i cittadini hanno fatto alcune domande con le quali hanno cercato di capire come si possa controllare la situazione sia a livello di sicurezza che sanitario.

"Appena arrivano - ha spiegato il sindaco - vengono subito sottoposti a visite mediche cosiddette Stp, cioè Straniero temporaneamente presente, e ricevono la tessera sanitaria. I 35 euro di costo giornaliero del servizio di accoglienza - ha poi aggiungo Gherardini - vengono coperti con contributi statali e fondi comunitari che sono così suddivisi: 2,50 euro al giorno contante a ragazzo, più affitto, spese sanitarie, spese alimentari (impiegati nel territorio con buoni presso coop e conad) e operatori delle cooperative".

Qualcuno si è chiesto se con questa organizzazione data alle cooperative non si paventasse il rischio di creare un business sul territorio o addirittura dei ghetti. "Questo no è possibile - ha spiegato il sindaco - proprio grazie al modello di ospitalità diffusa che lavora su piccoli numeri di persone in piccoli centri, che rendono più facile il percorsi di integrazione".

"Relativamente breve è anche il periodo in cui queste persone ricevono un alloggio di accoglienza - ha concluso Gherardini -. Dopo un anno e mezzo circa, il percorso finisce e le persone si spostano in base a quello che hanno ottenuto, permesso di soggiorno o asilo politico".


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