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Attualità venerdì 05 maggio 2017 ore 19:00

Pasto fai da te alla mensa, ancora non si può

La battaglia dei coniugi Villano per permettere ai figli di mangiare il pasto preparato a casa. Il preside La Forgia: "C'è da aspettare la cassazione"



CASCIANA TERME LARI — I coniugi Villano hanno intrapreso da qualche tempo una battaglia per permettere ai loro due figli di portare alla mensa pasti preparati a casa. La questione però, secondo quanto ha spiegato il dirigente scolastico della scuola Torquato Cardelli di Casciana Terme Gianluca La Forgia è ancora sospesa perché manca l'ultimo pronunciamento della corte di cassazione su un caso simile al tribunale di Torino.

L'inizio dei fatti risale all'anno scorso quando l'amministrazione di Casciana Terme Lari cambiò le tariffe per la mensa. In sostanza i costi vennero abbassati per chi aveva un Isee inferiore a 30mila euro mentre ci fu un aumento di 0,70 centesimi per chi aveva un reddito più alto.

Il provvedimento della giunta Terreni ha dato il là alla battaglia della famiglia Villano. I coniugi vogliono che i loro figli, che frequentano la quarta e quinta elementare, possano portare il pasto da casa, senza dover pagare quello della mensa: "I bambini col panino - hanno detto Carmen Eichemberger e Alfredo Villano - non devono essere messi in un'altra parte. A Torino, in una causa con l'avvocato Vecchione, c'è stata una sentenza in cui si dice che i bambini non devono mangiare in stanze separate. Anzi devono mangiare nella stessa stanza".

La stessa famiglia Villano si è rivolta all'avvocato Vecchione: "Abbiamo preso l'avvocato per fare prima un atto di diffida ed eventualmente una causa".

"Il refettorio a Casciana è fatto di tavolini - ha detto Carmen - i miei due figli possono mangiare nello stesso posto. L'Asl di Pontedera mi ha detto che non ci sono problemi a mangiare insieme. Anzi il ministero con una circolare di fine marzo ha mandato una circolare agli ex provveditorati dicendo che i bambini col pasto da casa debbono essere trattati come quelli che hanno un pasto speciale (es. celiachi, musulmani ecc.)".

"E' da ottobre che stiamo cercando di sfondare questa porta - ha ripreso Carmen - Il pasto costa 5 euro se io riesco a mandare i miei figli col panino penso che molte famiglie si chiederanno cosa conviene fare".

Il dirigente scolastico Gianluca La Forgia ha spiegato il suo operato: "Abbiamo avuto un frequente scambio di lettere e mail con la famiglia Del Villano. La corte d'appello di Torino ha confermato che si può portare il panino alla mensa ma il giudizio è ancora pendente, manca il pronunciamento ultimo della corte di cassazione".

L'Asl locale, secondo quanto ha spiegato il sindaco Mirko Terreni "ha specificato che chi volesse mangiare il pasto portato da casa dovrebbe mangiarlo in un posto diverso dalla mensa. Il Comune non spenderà un euro per allestire una nuova area per far mangiare i bambini che hanno il panino da casa".

"Fino a che non ci sarà la sentenza di quest'ultimo grado la situazione è sospesa - ha detto La Forgia - Oltre a ciò voglio dire che il Miur ha inviato una nota ai dirigenti regionali dell'ufficio scolastico affinché quest'ultimi avviassero un'interlocuzione con gli uffici regionali per poi dare risposte certe alle scuole. Di conseguenza dobbiamo ancora aspettare".

Sulla stessa questione, a metà marzo, si è riunita la conferenza educativa dell'Unione Valdera che ha dato parere negativo sulla possibilità di portare il pasto da casa, partendo dal presupposto che l'ora di pranzo è didattica e i bambini devono trascorrerla insieme. 


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