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Attualità sabato 03 giugno 2017 ore 11:20

Gioco d'azzardo, le richieste di Don Armando

Zappolini ha parlato con il sottosegretario Baretta. Le sue richieste: meno pubblicità, più potere ai sindaci, limite di perdita giornaliera



CASCIANA TERME LARI — Don Armando è andato a Roma e ha incontrato Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’economia con delega ai giochi e, in rappresentanza della Associazione Mettiamoci in gioco di cui è portavoce,  ha chiesto al Governo di fare un passo in avanti nel testo di riordino del settore dei giochi d’azzardo.

Don Armando ha chiesto a chiare note che nella Conferenza unificata venga introdotto il divieto assoluto della pubblicità sui giochi d’azzardo, l’attribuzione di maggiori poteri ai sindaci nel regolamentare l’offerta di gioco sul loro territorio, una drastica riduzione dell’aggressività di slot e vit e una nuova regolamentazione delle caratteristiche delle sale giochi, in modo che “macchinette e locali non siano ottimizzati per produrre il massimo di dipendenza possibile.

“Il sottosegretario – riferisce Don Armando – ha riconosciuto l’insufficienza dei limiti recentemente introdotti sulla pubblicità ed ha condiviso la necessità di procedere in modo più deciso verso il divieto assoluto. Per quanto riguarda le caratteristiche di sale giochi e macchinette (slot e vit) – continua Don ArmandoBaretta ha riconosciuto l’importanza del documento elaborato dall’Osservatorio sui rischi del gioco d’azzardo del Ministero della Salute che propone l’obbligo di utilizzo della tessera sanitaria per giocare, l’autoesclusione del giocatore, una cifra massima da poter perdere in un giorno, il divieto di fumare nei locali e si è detto disponibile a introdurre i dodici punti del documento predisposto dall’Osservatorio nel testo di riordino a cui il Governo sta lavorando.

Per quanto riguarda invece poteri maggiori ai sindaci – conclude Don Armando – ci sono differenze sostanziali . “Mettiamoci in gioco” ha chiesto ufficialmente al sottosegretario maggiori possibilità per le amministrazioni locali di innalzare le ore di divieto del gioco nel proprio comune (in particolare nei territori con maggiori problematiche) e un aumento delle tipologie di “luoghi sensibili” dai quali le sale giochi devono mantenere una distanza certa”.

Il Governo precedente e quello attuale, secondo Don Armando, hanno fatto delle buone cose: hanno inserito il gioco d’azzardo patologico nei Lea, il trasferimento dell’Osservatorio sui rischi del gioco d’azzardo dal Ministero dell’economia a quello della salute, una prima riduzione della pubblicità e il riconoscimento della necessità di diminuire un’offerta di gioco cresciuta a dismisura, ma è grande l’attesa per chiari segni di avanzamento rispetto alle versioni note nella legge di riordino.

Don Armando infine auspica un confronto reale tra il Governo, le reti e le organizzazioni impegnate nel contrasto al gioco d’azzardo patologico che hanno sottoscritto un documento comune in 7 punti, per poter arrivare ad una regolamentazione seria ed efficace in tutta la Nazione.

Con Don Armando sono andati a Roma Matteo Iori (Conagga), Imma La Torre (CISL), Paolo Morello (FICT), Cristina Perilli (AUPI), Livia Piersanti (UIL pensionati) e Daniele Poto (Libera).

Alla campagna “Mettiamoci in gioco” hanno aderito Acli, Ada, Adusbef, Ali per giocare, Anci, Anteas, Arci, Associazione Orthos, Auser, Aupi, Avviso pubblico, Azione Cattolica italiana, Cgil, Cisl, Cnca, Conagga, Ctg, Federazione Scs-Cnos/Salesiani per il sociale, Federconsumatori, FeDeSerD, Fict, Fitel, Fp Cgil, Gruppo Abele, InterCear, Ital Uil, Lega Consumatori, Libera, Scuola delle buone pratiche/Legautonomie-Terre di mezzo, Shaker-pensieri senza dimora, Uil, Uil pensionati, Uisp.

Marcella Bitozzi
© Riproduzione riservata


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