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Attualità giovedì 09 luglio 2020 ore 14:55

"Grillaia? Prescrizioni 2009 furono rispettate"

Discarica Grillaia
Discarica Grillaia

Arpat è intervenuta per rispondere a Legambiente che aveva mosso delle critiche relative ad accertamenti di undici anni fa nella discarica chiannerina



CHIANNI — L'agenzia regionale per l'ambiente Arpat è intervenuta per rispondere a Legambiente che cinque giorni fa si era chiesta "Perché Arpat ha dato parere positivo ai nuovi conferimenti?"

"Le prescrizioni richieste a seguito del sopralluogo Arpat del 2009 risultarono successivamente tutte ottemperate - hanno detto da Arpat - Da rilevare che tali prescrizioni erano state emesse nell’ambito dell’istruttoria del “Progetto per la chiusura definitiva finalizzata alla messa in sicurezza della discarica per RSU e RS, sita in località La Grillaia nel Comune di Chianni” ed avevano quindi carattere provvisorio in attesa dell’avvio delle attività previste dal progetto stesso. Quest’ultimo, dopo innumerevoli rimandi e richieste di modifiche, fu approvato definitivamente il 15/1/2014 con D.D. Provincia di Pisa n. 205 ma mai realizzato".

Arpat ha spiegato che i sopralluoghi "sono comunque continuati fino all’emissione nel 2017 di alcune diffide da parte della Regione Toscana, che nel frattempo aveva sostituito la Provincia di Pisa nell’iter amministrativo di valutazione del progetto, anche queste sempre risultate ottemperateNel 2018 vennero realizzate anche le previste indagini geotecniche per la definizione delle caratteristiche geomeccaniche dell’ammasso e soprattutto per le verifiche dei livelli di percolato presenti ancora in discarica".

L'agenzia regionale ha detto anche che parlare di strutture fatiscenti non è corretto: "Pur con le carenze nella gestione di cui sopra, oggetto di continua attenzione da parte di Arpat e degli Enti per una loro eliminazione, per quanto attiene all'assetto della discarica in nessuna delle varie fasi dell'evoluzione della gestione si può tecnicamente parlare di strutture fatiscenti".

Riguardo al percolato Arpat ha specificato: "Tra il 2009 e il 2013 era stata ipotizzata una eccessiva presenza di percolato nella discarica che poteva potenzialmente determinare situazioni di instabilità sui fronti. Tale eventualità è stata successivamente superata,

  • eliminando le infiltrazioni dall’alto con il crollo delle produzioni di percolato, passate da quasi 20.000 a 3.000 m3 annui,
  • acquisendo i dati geotecnici e geomeccanici delle indagini più recenti".

"In effetti - hanno aggiunto da Arpat - tra il 2013 e il 2018, ci sono stati rilevanti lavori di messa in sicurezza che, grazie anche ai sistematici sopralluoghi e richieste di approfondimento, hanno portato anche alle attuali ottime conoscenze del modello concettuale della discarica. Consigliamo, quindi, di consultare con maggiore attenzione la documentazione tecnica sito-specifica più recente per capire meglio come si sia progressivamente arrivati da una situazione di forte criticità, espressa nei primi e soli pareri presi in considerazione nel comunicato, fino alla situazione attuale, dove la criticità ancora da eliminare riguarda l’avvio del progetto di messa in sicurezza permanente la cui realizzazione permetterà finalmente di superare una situazione precaria ormai da più di un decennio e cioè dalla data di presentazione del primo progetto di messa in sicurezza permanente presentato nell’aprile del 2009".


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