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Imprese & Professioni domenica 20 settembre 2020 ore 10:35

​Criptovalute: anche in Toscana e nel mondo segnali di apertura

Poche novità di questo ultimo decennio sono state così ampiamente dibattute come e criptovalute.



TOSCANA — Tra convinti sostenitori e agguerriti detrattori, le monete virtuali hanno generato una diatriba incessante, che non sembra potersi placare presto. Eppure qualcosa comincia a muoversi in loro favore. Sembra che il fattore tempo giochi decisamente in favore di una loro diffusione e accettazione nel mondo dell’economia convenzionale. Quando e come questo avverrà non è dato sapersi, intanto però il processo di crescita e diffusione c’è ed è sotto gli occhi di tutti.

Le criptovalute, che non sono nient’altro che una forma di denaro virtuale alternativo al sistema monetario che conosciamo, ormai stimolano l’interesse anche dei grandi istituti bancari, come pure degli investitori, lo testimonia la nascita di piattaforme come crypto engine, ideate proprio per speculare sul valore delle monete virtuali.

Ma, nel dettaglio, come si sta evolvendo il settore e qual è il grado di accettazione attualmente riscontrabile in Toscana e più in generale in Italie e all’estero?

Dalle aziende alle banche: le criptovalute si insinuano nel quotidiano

Risale al dicembre scorso un convegno tenutosi proprio in quel di Firenze, durante il quale si è parlato delle nuove grandi potenzialità di questo strumento digitale. Convegni e incontri del genere, dunque, iniziano a vedersi anche in Toscana e mostrano una volontà di apertura verso l’innovazione, che sembrerebbe potersi rivelare molto utile per stimolare anche una crescita occupazionale ed economica.

Ma in verità qualcosa in tal senso si stava muovendo già da prima. Era infatti il 2017, quando l’Hotel Plaza Lucchesi a Firenze, annunciava di accettare pagamenti anche in criptovalute e in particolare, con Bitcoin, la valuta virtuale grande capostipite di tutta una serie di suoi “cloni” venuti successivamente. Progetti che hanno tentato di migliorare sotto qualche punto di vista i difetti della “madre” di tutte le criptovalute.

L’apertura all’innovazione è sempre lenta e faticosa, si sa, tuttavia, nel caso delle criptovalute ormai, ci sono segnali chiari di come l’aria stia cambiando. È recentissima la notizia secondo cui diverse Banche Centrali nel mondo stiano sviluppando le proprie criptovalute, arrivando addirittura a stabilire partnership con gli storici brand di circuiti di carte di credito, chiamati a collaborare nell’iniziativa.

Giunti a questo punto, è chiaro che se anche i grandi istituti bancari cominciano a “coniare” criptovaluta, così come a fare enormi investimenti nel settore, possiamo dire con buoni margini di sicurezza che, in capo a 5 anni, potremmo ritrovarci con delle criptovalute sui nostri conti corrente. Valuta virtuale pronta da essere impiegata anche nei bar, ristoranti e negozi che frequentiamo nella nostra vita quotidiana.

E il rischio truffa? Seppure non possa essere bollato come pura diceria, le truffe che riguardano le criptovalute non sono dissimili da qualsiasi altro tentativo di phishing digitale da cui ci protegge la polizia postale. La chiave per proteggersi, che sia in caso di valute o altri tentativi di frode, è sempre la stessa: massima attenzione alle fonti e ai sistemi digitali ai quali ci si affida.


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