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Attualità lunedì 19 febbraio 2018 ore 10:13

Un museo dedicato a Galileo

Alberto Fausto Vanni

L'idea è di "Progetto Repubblicano per Santa Maria a Monte" per l'anniversario della nascita dello scienziato, il cui padre era originario del borgo



SANTA MARIA A MONTE — Un museo dedicato a Galileo Galilei, lo scienziato pisano il cui padre era originario del borgo. Questa l'idea proposta dal Progetto Repubblicano per Santa Maria a Monte. in occasione dell'anniversario della nascita dello scienziato pisano.

"Per far rivivere il centro di Santa Maria a Monte - ha commentato Alberto Fausto Vanni - occorre un progetto totale che guardi ai servizi, il primo in anzitutto il parcheggio. Come abbiamo presentato alcuni mesi fa, (L’Idea P.) un parcheggio nella valle del Marchetti ( 150 posti auto) e il collegamento, con una sorta di funicolare per raggiungere piazza della Vittoria e il centro storico. Per costruire una nuova dimensione di Santa Maria a Monte è opportuno partire dalle fondamenta, non dal tetto come è stato fatto dalla giunta Parrella. Le attività se non hanno servizi come i parcheggi e un progetto studiato nei dettagli la vita di queste attività è destinata a triste conclusione".

Il gruppo propone un progetto denominato Salotto Santa Maria a Monte. "Visto che a Santa Maria a Monte hanno vissuto personaggi famosi come Vincenzo Galilei, babbo dello scienziato Galileo Galilei. Avere questa opportunità e non dargli la giusta considerazione a noi sembra illogico - sostiene Vanni -. La nostra proposta è quella di costituire un museo per ricordare Galileo Galilei e il babbo Vincenzo nato a Santa Maria a Monte, 3 aprile 1520 morto a Firenze, 2 luglio 1591, che è stato un compositore, teorico musicale e liutista italiano, nonché padre del famoso astronomo e fisico Galileo Galilei e del liutista Michelangelo Galilei con il quale viaggiò spesso all'estero. Fu uno dei membri più brillanti e attivi della Camerata fiorentina dei Bardi. Entrò in conflitto con la tradizione classica sostenuta dal suo maestro Zarlino, che attribuiva la consonanza tra tutti i suoni al controllo delle proporzioni numeriche; con il suo Discorso intorno all'Opera di Messer Gioseffo Zarlino da Chioggia e il Dialogo della musica antica e della moderna, propose di ritornare alla melodia monodica contro l'imperante polifonia contrappuntistica".


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