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Attualità sabato 04 ottobre 2014 ore 14:15

Elezioni provinciali, quattro gruppi si asterranno

Nota congiunta delle liste di opposizione nei consigli comunali del territorio. Critiche sulla mancanza di "contrappeso delle funzioni di controllo"



PISA — Con un duro comunicato dal titolo: “Elezioni provinciali, ecco perché ci asterremo” i consiglieri comunali di alcune liste del territorio – Calcinaia Bene Comune, Per una svolta in comune-Casciana Terme Lari, Una città in comune di Pisa e L’Altra San Giuliano – spiegano il perché, domenica 12 ottobre – giorno fissato per eleggere il nuovo consiglio provinciale – non andranno a votare.

“L’assurdità della legge fortemente voluta da Renzi e dal suo sottosegretario Del Rio mostrano con tutta evidenza il distacco abissale tra la rappresentanza popolare e i livelli decisionali – si sottolinea –. Nella nostra provincia ad esempio si andrà a votare un consiglio composto da solo 12 membri scelti ed eletti dalla comunità dei consiglieri e dei sindaci dei 37 Comuni pisani e con un meccanismo che prevede addirittura il voto ponderato, ovvero più pesante per i sindaci e i consiglieri dei Comuni più grandi”.

La naturale “conseguenza di ciò – si aggiunge – è che un cittadino di Calcinaia conta meno di un cittadino di Pontedera. Il nuovo consiglio inoltre avrà ancora tutte le competenze e poteri in termini di pianificazione e programmazione di quelli che storicamente in 63 anni di storia democratica delle provincie erano stati eletti a suffragio universale e direttamente dai cittadini”.

Si tratta, a detta dei firmatari della nota congiunta – di un consiglio che “difficilmente potrà rispondere ai cittadini per le proprie scelte e che soprattutto non avrà il contrappeso delle funzioni di controllo esercitato storicamente dalle opposizioni”.

Per questi motivi, i “nostri consiglieri non parteciperanno al simulacro di queste elezioni nella convinzione che il rapporto diretto tra eletti e cittadini prescritto dalla nostra Costituzione debba rimanere l’orizzonte di chi vuol difendere la democrazia ed evitare derive che ricordano tristemente un impianto istituzionale funzionale a un solo uomo al comando”.


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