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Attualità sabato 18 ottobre 2014 ore 14:27

Fondi Rustici: no alla Borsa, si seguono altre vie

Importanti risultati ma sottoscrizioni insufficienti. Il piano non si ferma e va avanti su nuovi percorsi. Duri interventi delle forze di opposizione



PECCIOLI — Il progetto Fondi Rustici, pur ottenendo importanti risultati, non ha raggiunto sottoscrizioni sufficienti per andare in Borsa.

Di certo, la crisi di fiducia che da almeno 4 anni colpisce il nostro Paese ha contribuito al mancato raggiungimento dell'obiettivo. È un'occasione mancata soprattutto per piccoli risparmiatori e imprese locali. Il progetto va avanti comunque per altre strade, fanno sapere Comune e Belvedere Spa.

Da tempo stiamo lavorando al progetto Fondi Rustici, un grande bene comune – si sottolinea – che come ormai noto riguarda la ristrutturazione di 40 casolari rurali circondati da 900 ettari di colline, un progetto che nasce sul e per il nostro territorio, per dare nuova vita ad un antico patrimonio immobiliare con il coinvolgimento attivo dei cittadini”.

Per recuperare sul piano locale le risorse finanziarie necessarie alla realizzazione del progetto la società Fondi Rustici SpA ha lanciato un’Offerta pubblica di sottoscrizione, dando così la possibilità ai piccoli risparmiatori locali e non di convertire una piccola parte dei propri risparmi in un progetto sicuro e stabile, che nasce e si sviluppa sul nostro territorio e che crea immediatamente lavoro per il progettista, il muratore, l’imbianchino, l’idraulico, il falegname e per tante altre nostre realtà locali.

Il progetto, proprio per il forte legame che ha con il territorio, ha “riscontrato fin da subito il forte interesse e ottenuto il consenso ed il sostegno da parte di importanti enti ed associazioni quali Regione Toscana, Provincia di Pisa, Unione dei Comuni della Valdera, Cna, Confartigianato, Cgil-Fillea e Azienda Sanitaria Territoriale – con i quali abbiamo siglato diversi Protocolli di Intesa - e l’attenzione della stampa qualificata che ha riconosciuto la bontà e la serietà del nostro progetto”.

Proprio per dare sicurezza ai sottoscrittori dell’Offerta Pubblica “abbiamo voluto dare immediata circolarità alle nuove azioni Fondi Rustici attraverso la quotazione delle stesse sul mercato Aim gestito da Borsa Italiana: abbiamo reso la quotazione una condizione indispensabile per la chiusura dell’Offerta proprio per dare a tutti maggiori garanzie di poter recuperare il proprio investimento in qualsiasi momento”.

Le sottoscrizioni raccolte ammontano a 4 milioni di euro: si tratta di un dato molto significativo ma “non sufficiente a garantire la validità economica dell’operazione e l’efficienza del funzionamento degli scambi sul mercato Aim; risultato che ci costringe a ritirare l’offerta”.

Di sicuro “Fondi Rustici, un grande bene comune” ha risentito della crisi generale che ormai, da quattro lunghi anni, attanaglia il sistema Italia e del calo generalizzato della fiducia ad essa collegato.

Si chiude una strada ma non si ferma il progetto. “Questa è sicuramente un’occasione mancata soprattutto per piccoli risparmiatori e piccole aziende del nostro territorio che in questo contesto potevano sicuramente avere un rilievo enorme. Il progetto pur chiudendosi questa strada non si ferma e va avanti. Nelle prossime settimane metteremo a punto in maniera più particolareggiata il percorso da intraprendere che ovviamente rientrava già in una possibile via di uscita a quella che noi consideravamo essere sicuramente la più interessante”.

E sulla questione ci sono da registrare due interventi delle liste di opposizione in consiglio comunale. 

Cominciamo da Marianella Marianelli e Franco Cavallini, esponenti del Gruppo Progetto Comune.

“Dopo mesi e mesi di propaganda incessante e costosa, non siamo arrivati a nulla - sottolineano in una nota - Diciamo invece che il piano industriale non ha trovato consenso, non è passato nell’opinione pubblica ed è miseramente fallito. Un'intera comunità ostaggio di un sistema collassato spacciato per virtuoso. Ora, a nessuno è più dato di voltarsi a guardare altrove, a nessuno è più dato di fingere di non vedere. Chi prima delle elezioni faceva appelli all'unità del centro sinistra a Peccioli, dopo il triste epilogo di questa vicenda, apra gli occhi e fuori dalle regole di scuderia, tragga le debite conclusioni”.

Ed ecco la dura nota di Davide Castagni Fabbri e Matteo Marianelli, del gruppo consiliareUn Comune per Tutti”.

"Lasciando da parte ogni considerazione sulle capacità tanto celebrate dei nostri amministratori, sulle velleità imprenditoriali e il contrappasso della realtà con cui immancabilmente si scontrano, sulle responsabilità politiche di scelte azzardate, come l’acquisto di una fattoria da 17 milioni senza saper bene che farne, sulle perdite milionarie collegate ai tentativi di trovare una via d’uscita, lasciando per un momento da parte tutte le polemiche – pur legittime – una domanda sorge spontanea: quale futuro attende Peccioli?"


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