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Attualità giovedì 01 settembre 2016 ore 18:25

Il terzo ponte "scelta azzeccata"

Foto di Piero Frassi

Lo dice in TuttoPONTEDERA di Mario Mannucci, l'allora sindaco Carletto Monni a distanza di trent'anni dalla sua costruzione



PONTEDERA — Trent'anni fa (quasi) esatti la Pontedera che da molti secoli si porta nel nome un ponte e un fiume inaugurò il suo terzo ponte sull'Era e le relative strade di accesso, allora limitate alla zona cimiteri e allo svincolo del Romito e poi ampliate con la grande via Europa che porta alla rotonda per la superstrada e alla Pontedera est, allora non ancora sviluppata. 

Il terzo ponte stradale, dopo quello napoleonico e quello sulla Tosco Romagnola, ha anche contribuito allo sviluppo della zona lungo via De Gasperi e del quartiere Galimberti, ma la sua costruzione sollevò aspre polemiche fra i partiti e i gruppi di opinione, a cominciare dai verdi. 

Per la Dc, i verdi e altri, quel grande ponte a due corsie poi separate di marcia era infatti troppo grande, troppo invadente, troppo costoso e troppo lontano dalla città, per cui sarebbe servito a poco. Ma l'amministrazione socialcomunista di Carletto Monni tirò avanti per la sua strada e il terzo ponte arrivò, mentre poco dopo arrivò anche il quarto, quello sulla superstrada, ma davvero fuori dalla città. 

Fra Arno, Era, Scolmatore, ferrovia e superstrada, l'attuale Pontedera di ponti, compreso la passerella molto praticata da studenti e cittadini, ne ha 12. Un bel numero, mentre non è andato in porto il progetto sostenuto soprattutto dall'allora sindaco Paolo Marconcini di un altro piccolo ponte parallelo a quello ferroviario alla Montagnola e capace di snellire il traffico cittadino.

Ora il terzo ponte è vicino al cantiere della rotonda che dovrà migliorare il traffico all'innesto col raccordo per via delle colline, incrocio definito killer anche se, per la verità, il suo tasso di incidentalità non è così elevato - una sola vittima più una seconda ma forse a causa di un malore - da meritare questa definizione. Mentre è indubbio che una rotonda distribuirà meglio il traffico. 

A distanza di trent'anni, comunque, l'ex sindaco Carletto Monni, promotore principale di quell'opera, si dichiara tutt'altro che... pentito. "Fu e resta una buona scelta perché aprì la strada a una nuova Pontedera e al collegamento fra Pontedera, la Tosco Romagnola e la Sarzanese Valdera, portando fuori dalla città una parte del traffico".


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