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Attualità giovedì 03 settembre 2015 ore 13:00

Morì fischiettando "Bandiera rossa"

Presentato mercoledì allo chalet delle Terme il volume dedicato a Gino Bonicoli, diciottenne ucciso dai fascisti il 1 giugno 1922



CASCIANA TERME LARI — Presentato ieri sera, mercoledì 2 giugno, allo chalet delle terme di Casciana il libro su Gino Bonicoli dell'autore Francesco Turchi con la prefazione storica di Francesco Biasci ex sindaco di Casciana Terme.

Presenti, oltre agli autori, Mirko Terreni sindaco di Casciana Terme Lari Michele Quirici di Tagete edizioni. Numeroso il pubblico.

Gino Bonicoli era un diciottenne che pagò con la vita la sua disobbedienza al regime fascista.

Una coccarda rossa al petto, fischettando "bandiera rossa" se ne andava caparbiamente nel centro paese ogni sera, nonostante queste tre cose gli fossero state categoricamente proibite. E quella sera, il 1 giugno 1922, tornando nella sua casa di Fichino e quasi sotto gli occhi della madre, fu barbaramente ucciso in un agguato teso da tre suoi coetanei.

"Gino Bonicoli non è stato ucciso una sola volta -  dice Francesco Biasci - è stato ucciso nuovamente alla promulgazione della scandalosa sentenza di assoluzione per gli assassini, è stato ucciso una terza volta quando fu imposto alla madre di girare la pietra tombale lasciandole la possibilità di incidere solamente i dati anagrafici".

"Ma - dice Mirko Terreni - Gino Bonicoli ha continuato a vivere, riscattandosi nel ribaltamento della sentenza di assoluzione degli assassini avvenuta 23 anni dopo un assordante oblio, e continua a farlo nelle coscienze di tutti coloro che amano la libertà e la democrazia. E' necessario non abbassare mai la guardia - conclude Terreni - rifiutare ogni forma di emarginazione del diverso che crea  pericolo alla democrazia, rispettando i diritti fondamentali di tutti, e la storia di Gino Bonicoli ne è una lampante testimonianza".

Francesco Turchi dice del suo libro che: "Racconta una storia che fa da spunto a raccontarne tante altre, è una testimonianza che attraverso articoli di giornale, verbali di riunioni di consiglio e di giunta comunale e atti processuali è una fotografia del contesto dove è maurato l'omicidio. Disobbedire non si poteva, neanche in nome di una giusta libertà di espressione e di idee".

Il libro è già stato presentato alla Sezione ANPI di Capannoli, intitolata recentemente proprio a Gino Bonicoli.

Marcella Bitozzi
© Riproduzione riservata


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