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Lavoro venerdì 26 settembre 2014 ore 15:25

Il crollo di pelli e meccanica ferma l'export

Esportazioni calate dell'1,9%, pesano le vendite dirette in Europa. Per la Camera di Commercio, però, "è essenziale non perdere la fiducia”



PISA — L'export era il settore che dava ossigeno all'economia di Pisa e provincia. Ed è anche quello che ora glielo toglie, secondo l’analisi condotta dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Pisa sui dati Istat relativi al commercio estero nei primi sei mesi del 2014. 

Le esportazioni pisane sono calate dell'1,9% - a fronte della tenuta della Toscana (+0,8%) e dell’Italia (+1,3%) – in gran parte per effetto delle pelli (calzature e cuoio grezzo) e della meccanica che, complessivamente, incidono per -4,91 punti sulla dinamica generale. 

Sul fronte geografico, è l’Europa (-4,4%), con in testa la Germania (-12,4%), a segnare il risultato peggiore. Anche dall’import pisano non vengono segnali positivi: il +7,6% è frutto della crescita delle quotazioni del pellame piuttosto che della ripresa dell’attività produttiva. 

Nei primi sei mesi del 2014 sono soprattutto le calzature ad “affondare” le esportazioni pisane. Con una caduta del 28,9% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno, pesano infatti per 3,33 punti percentuali sul risultato complessivo della provincia a causa delle pesanti contrazioni in Europa che la ripresa registrata negli Stati Uniti non riesce a controbilanciare. 

Male anche le vendite di pellame grezzo (-36,6%) e della meccanica (-5,8%). A causa dell’esacerbarsi della crisi Russo-Ucraina, arretrano anche le vendite di mobili (-10,3%). Mostrano invece una crescita soddisfacente i primi due settori della provincia: i prodotti in cuoio (+6,5%) e i cicli e motocicli (+1,7%).

Sull’arretramento delle esportazioni pisane pesa il calo delle vendite dirette in Europa (-4,4%) ma anche in Africa (-13,6%) ed Oceania (-34,7%). L’America (+10,5%) e l’Asia (+4,8%), nonostante l’apprezzamento dell’euro, hanno invece fornito uno spunto positivo. 

L’analisi di dettaglio mostra in modo piuttosto evidente la contrazione delle vendite pisane nei Paesi dell’area tedesca: Germania (-12,4%), Austria (-14,7%), Belgio (-9,7%) e Paesi Bassi (-14,4%). Provano a controbilanciare
la situazione, grazie alle pelli-calzature, le esportazioni destinate in Spagna (+13,5%), in Turchia (+75,3%), Stati Uniti (+11,7%) e Francia (+5,1%).
La crescita delle importazioni pisane (+7,6%) è strettamente legata alle quotazione del pellame grezzo. 
Arretrano, a causa della crisi della domanda interna, gli acquisti all’estero di calzature (-19,9%) ma anche dei prodotti di base per l’industria come la chimica di base (-9,6%) e i metalli non ferrosi (-32,2%, -0,68). 

Fermi gli acquisti dei prodotti della meccanica generale.
“Dopo un 2013 soddisfacente - spiega il presidente della Camera di Commercio Pierfrancesco Pacini -, la performance dell’export pisano ha segnato un calo significativo nei primi sei mesi del 2014, dovuto all’andamento negativo di alcuni settori e in parte anche all’aggravarsi della crisi ucraina e ciò rappresenta un campanello di allarme di rilevante significato posto che la crescita economica di un territorio passa prevalentemente dall’esportazione. Restano positive le conferme che giungono dal cuoio e il ritorno alla crescita per il settore delle 2 e 3 tre ruote. In questo frangente è essenziale non perdere la fiducia”.


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