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Attualità lunedì 25 agosto 2014 ore 16:17

Sla, alla doccia Rossi preferisce un assegno

Il governatore finisce tra i vip nominati, ma baratta l'acqua gelata con una donazione e un pacchetto di politiche sanitarie di sostegno ai malati



PISA — Anche lui è stato nominato. Ma il governatore della Toscana Enrico Rossi non dà soddisfazione a chi vorrebbe fargli una doccia fredda e preferisce staccare un assegno per sostenere la ricerca sulla Sla.

Anzi, due: di quello a nome suo è bene non sapere niente. Quello a nome della Regione Toscana, invece, servirà per una rivisitazione e un rilancio delle politiche sanitarie di assistenza e sostegno ai malati di Sla e alle loro famiglie. 

Un impegno preso dal presidente e che la giunta regionale, nella prossima seduta, non mancherà di ratificare.

"Ringrazio tutti coloro che si sono sottoposti alla doccia nell'ambito dell'IceBucketChallenge – ha detto Rossi – per l'attenzione che con questo movimento positivo e sorridente hanno risvegliato su questa terribile malattia. Da parte mia contribuirò alla lotta contro la Sla con una donazione. Poi ho concordato con gli assessori di rilanciare il nostro impegno contro la Sla: la Regione Toscana è stata tra le prime a finanziare un pacchetto di misure specifico, con provvedimenti anche fuori dai Livelli essenziali di assistenza, come la fornitura di puntatori oculari per permettere ai pazienti più gravi di comunicare con il mondo".

Da 1.500 euro a 1.650 euro a partire da ottobre, il contributo massimo per servizi domiciliari e care givers (anche nel caso sia uno dei familiari del malato). 

"Oggi ricevono questo contributo - spiega il Governatore - circa 180 pazienti, su una presenza totale in regione di oltre 400 malati. Per questa patologia spendiamo in Toscana poco più di 3 milioni l'anno, che abbiamo deciso di aumentare fino a 5,7 milioni. Con queste risorse vogliamo estendere in tutte le Asl della Toscana, a partire da esperienze già realizzate e secondo un modello organizzativo preciso, il servizio di assistenza domiciliare specializzato. Chiederemo inoltre al Consiglio sanitario regionale, il nostro organismo formato da tecnici di ogni specializzazione, di studiare un modello di assistenza per tutte quelle malattie che si possono considerare, per i loro effetti, simili alla Sla, patologie che rinchiudono nella prigione del loro corpo persone che mantengono pienamente la vigilanza e le facoltà intellettive. Infine istituiremo a questo scopo quattro borse di studio".


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