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Politica venerdì 15 luglio 2016 ore 19:00

Ponsexit, voci dalla Regione

La sede dell'Unione Valdera a Pontedera

Dopo gli interventi di amministratori locali, sul tema dell'Unione abbiamo interpellato alcuni politici di Firenze ma originari della Valdera



PONSACCO — Territori troppo diversi che non possono stare uniti, mancanza di una guida politica a livello provinciale o una totale incapacità degli amministratori locali a raggiungere quelli che erano i principali obiettivi per i quali era nata. Le opinioni e le riflessioni sull'Unione Valdera sembrano davvero molte e in questi giorni, dopo la decisione del Pd di Ponsacco di uscire dall'ente, vari politici hanno detto la loro, mentre altri tacciono e magari attendono altre mosse.

Ma se il dibattito locale sembra essersi momentaneamente placato, le riflessioni sul tema arrivano anche da Firenze e in particolare da alcuni dei consiglieri regionali da noi interpellati e originari proprio della Valdera.

Partiamo dal consigliere regionale Pd Andrea Pieroni, ex presidente della Provincia di Pisa e originario de I Fabbri, frazione della Pontedera accusata da alcuni di accentrare l'Unione su di sé. "Ho letto della vicenda sui giornali, ma non ho partecipato alla discussione in prima persona. Credo che si sommi alle altre evoluzioni dei mesi scorsi e segnala un momento di indubbia difficoltà di una Unione che sconta probabilmente un vizio originale, quello di essere nata mettendo insieme territori molto diversi. O almeno questa fu l'impressione all'epoca in cui nacque e io ero presidente della Provincia".

"Siamo in una stagione politica - ha precisato Pieroni - nella quale come Regione cerchiamo di favorire un indirizzo di razionalizzazione e processi di aggregazione. Processi che siano però spontanei, senza forzature. E quelle battute d'arresto che ci sono state ultimamente sul territorio pisano sono il sintomo che non sempre si è compreso quando questi fossero naturali".

"Nel caso della Valdera - ha chiosato il consigliere Pd - è mancata una regia politica superiore, di tipo provinciale e il controllo del territorio è sfuggito di mano. La mia personale speranza è che nel caso di Ponsacco ci sia ancora uno spiraglio per poter recuperare la situazione, senza forzature e fermo restando che ragioni e torti non sono solo da una parte. Un'Unione funziona solo quando ogni realtà si sente protagonista nella costruzione di un comune progetto e probabilmente questo è ciò che è mancato in Valdera". 

Non certo più positiva, ma anzi dettata da un giudizio decisamente più pesante, è la riflessione del consigliere regionale Salvini. Non Matteo ma Roberto, anche lui nelle file della Lega Nord. E se il segretario nazionale del Carroccio può ormai dirsi un cittadino onorario della vicina e neo roccaforte verde Cascina, il Salvini più locale è proprio originario della Valdera, più precisamente della frazione ponsacchina di Val di Cava. "E' la decisione che in realtà lo stesso sindaco aveva annunciato 6-7 mesi fa - ha commentato il consigliere regionale della Lega in merito alla decisione di Ponsacco -, quando pose delle criticità e palesò l'intenzione di fare da mediatore fra la parte di Comuni legati a Pontedera e quelli dell'Alta Valdera intenzionati a uscire. A mio parere - ha aggiunto - , l'abbandono dell'Unione da parte di Ponsacco scaturisce da una forte crisi economica e occupazionale che ha messo in ginocchio tutti i Comuni che si erano uniti per essere più forti ai tavoli politici più alti e per attrarre risorse europee. In questi due compiti l'Unione Valdera ha fallito, si è dimostrata e si dimostrerà un costo a livello di affitto e di mantenimento di posti di lavoro. In questo i sindaci del territorio si sono dimostrati degli incapaci, incapaci di intraprendere nuove strade per rilanciare la Valdera, territorio già debole, attraverso le risorse offerte dalla Comunità Europea".

Anna Dainelli
© Riproduzione riservata


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