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Attualità sabato 19 agosto 2023 ore 19:15

Addio Colaninno, tre sindaci per un ricordo

Da sinistra: Paolo Marconcini, Simone Millozzi, Matteo Franconi

Paolo Marconcini, Simone Millozzi e Matteo Franconi: i tre primi cittadini che si sono confrontati con Roberto Colaninno da presidente Piaggio



PONTEDERA — La storia imprenditoriale di Roberto Colaninnoscomparso nella giornata di oggi, sabato 19 Agosto, all'età di 80 anni, si è incrociata con quella della Piaggio nel 2003. Proprio in quell'anno, infatti, il manager mantovano, attraverso la IMMSI, ha acquisito l'azienda, cuore pulsante dell'industria pontederese.

E da quel momento, dunque, Colaninno si è confrontato anche con la città di Pontedera e con i suoi sindaci che si sono succeduti in questi ultimi vent'anni. Il primo è Paolo Marconcini, in carica tra il 1999 e il 2009.

"Il primo ricordo è relativo a quando venni a sapere, in un giorno di vacanza in montagna, che la Piaggio era stata venduta - ha detto - era un momento molto complicato per l'azienda e si vociferava di una vendita a gruppi privati, in particolare a un fondo pensionistico americano. Una possibilità che, francamente, mi turbava: per questo chiesi spiegazioni alla vecchia proprietà e ai vertici, il presidente Alessandro Barberis e l'amministratore delegato Stefano Rosselli Del Turco"

Alla fine, nel 1999, la vendita si realizzò, con l'acquisizione da parte di Morgan Grenfell Private Equity, fondo del gruppo Deutsche Bank. "Ricordo che, in una conferenza stampa nella saletta di via Valtriani, dissi che non saremmo morti americani, ma alla fine la Piaggio fu comprata dai tedeschi - ha proseguito - passare da un gruppo industriale a una realtà finanziaria non era affatto piacevole. Spesso, anche negli uffici della Regione, ci incontrammo con degli alti funzionari, ma non riuscivamo a cavare un ragno dal buco".

Quindi, nel 2003, l'avvento di Colaninno. "Fu positivo - ha affermato - al di là di ogni valutazione e del cammino, fatto anche di scontri e di vedute diverse, Colaninno aveva grande esperienza industriale, maturata tra Olivetti e Telecom. Una dimestichezza utile per dare continuità all'azienda: riuscì a trasformare i debiti in crediti azionari e, piano piano, ottenne la percentuale più alta. Ciò dette la possibilità alla Piaggio di rimanere sul territorio e, allo stesso tempo, di approfondire il percorso di internazionalizzazione: qualcuno storse il naso, ma era un processo già avviato da anni".

La firma dell’accordo per gli investimenti di sviluppo nel Pip 2. Da sinistra: Giovanni Bonadio (presidente del Consorzio Sviluppo Valdera), il sindaco Marconcini e Colaninno

"Credo che lo dobbiamo ringraziare per aver garantito la presenza di Piaggio a Pontedera e per aver mantenuto il marchio - ha concluso - è chiaro: non tutto va per il verso giusto e non sempre si è d'accordo, come capitò talvolta anche sui progetti della Fondazione. Ma con il suo avvento venne scongiurata la finanziarizzazione dell'azienda e mantenuto il radicamento territoriale: oggi, se possiamo dire di Pontedera che è anche una città industriale, lo dobbiamo anche a lui".

Dopodiché è stata la volta di Simone Millozzi, anche lui sindaco per dieci anni tra il 2009 e il 2019 e, attualmente, presidente del Pontedera calcio.

"Scompare un protagonista dell'economia italiana che ha dato un contributo importante al mantenimento dell'azienda in città - ha detto - significativi, e improntati al rispetto dei rispettivi ruoli, sono stati i nostri colloqui volti a ricercare soluzioni e strategie per il consolidamento della Piaggio".

"Abbiamo attraversato momenti difficili e complessi legati all'occupazione, al suo posizionamento nei mercati asiatici e alle conseguenti ricadute nei nostri territori e ai rapporti difficilissimi con l'indotto locale - ha ricordato - ma, allo stesso tempo, tra i ricordi positivi non posso non sottolineare il salvataggio dell'ex Tecnocontrol, garantendo l'occupazione a decine di lavoratori, oppure il nuovo centro ricambi, con oltre 40 milioni di investimento. E ancora, l'ampliamento del Museo Piaggio, diventato oggi il più grande e completo museo dedicato al motociclismo".

Il sindaco Millozzi con Colaninno durante una visita a Pontedera

Un rapporto, dunque, complesso e articolato, tra gli interessi dell'azienda e quelli del Comune. "Da parte mia, l'unico obiettivo, in un mercato globale e con crisi finanziarie all'ordine del giorno, era di provare a coniugare le strategie aziendali di pertinenza dell'imprenditore con la presenza ed il radicamento della stessa sul territorio di competenza di un sindaco - ha concluso - e non sempre tenere insieme tutto questo è stato facile".

Infine, negli ultimi quattro anni, dopo la vittoria elettorale nel 2019, è stato Matteo Franconi a rappresentare un punto di riferimento per l'imprenditore mantovano.

"La vita di Pontedera e quella del marchio Piaggio sono intimamente legate da una storia straordinaria e conosciuta in tutto il mondo - ha commentato - per questo la morte di Colaninno è motivo di cordoglio collettivo per l'intera città. Credeva che l'impegno sul versante dell'innovazione tecnologica dovesse essere il cuore del progetto di sviluppo anche nel nostro stabilimento".

"Durante le occasioni istituzionali in cui abbiamo costruito un rapporto franco e rispettoso, rispondeva alle mie sollecitazioni sulla necessaria centralità di Pontedera all'interno delle politiche aziendali affermando che solo la dimensione multinazionale ha consentito all'azienda di crescere - ha aggiunto - lo spingevo anche a porre massima attenzione alle istanze dei sindacati e alla tutela dei lavoratori: non ha mai trattato con sufficienza o superficialità questi temi, rivendicando le proprie idee senza denigrare le posizioni degli altri".

Da sinistra: Colaninno, il presidente della Regione Giani e il sindaco Franconi

"Per Pontedera e per tutta la Toscana - ha concluso Franconi - è di valore capitale che l’azienda metalmeccanica italiana più grande del Paese continui a dedicare strategie e investimenti confermandosi un punto di riferimento per il nostro tessuto economico e produttivo e una leva importante di occupazione stabile"

Pietro Mattonai
© Riproduzione riservata


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