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Attualità domenica 08 dicembre 2019 ore 09:06

Allah e i presepi nelle scuole e in città

Per la consigliera musulmana-pd di Milano "le scuole italiane sbagliano a non farli perché a noi non interessa nulla"



PONTEDERA — Sumaya Abdel Qader, musulmana, è consigliera Pd al comune di Milano. E' nata e cresciuta a Perugia da una famiglia giordana e partecipa volentieri a convegni e incontri politico-culturali in tutta Italia, fra cui uno per giornalisti, svoltosi di recente a Pisa, sul rapporto fra la religione e le donne. Convegno nel quale ha parlato del Corano, della galassia musulmana in Italia e nel mondo spiegando con franchezza che al suo interno ci sono divisioni, problemi e contrasti, a esempio sulla possibilità di avere più mogli, come e più nella galassia cristiana. E facendo anche una 'battuta' che ci ha molto colpito in chiave natalizia.

"In italia molte scuole dell'infanzia non fanno i presepi - ha detto con franchezza Sumaya Abdel Qader - per il timore, così dicono, di discriminare i bambini musulmani. Ma è una scusa e un non senso - ha aggiunto - perché a noi musulmani non interessa nulla che nelle scuole dei loro figli ci sia un presepe e si facciano manifestazioni cristiane".

In questi giorni Pontedera è addobbata a festa come non mai. Luci, istallazioni iniziative di vario genere, l'annuncio del primo veglione di capodanno nella storia della città, grandi presepi e natività sul piazzone e in altre zone. Eppure sul tema presepe pochi anni fa c'erano stati forti contrasti tra amministrazione comunale - inutile sottolineare che era di sinistra perché dal dopoguerra è sempre stata, ed è rimasta, tale - e opposizioni di centrodestra. Presepe che il centrodestra voleva, tanto che in piazza Belfiore ne fece uno 'suo', subendo subito il furto vandalico della statuine, e l'amministrazione comunale no.
Ma ora il Comune fa presepi anche molto belli ed è molto vicina alle parrocchie cittadine, mentre una dozzina d'anni fa scoppiò anche il caso del crocifisso da mettere o non mettere nella sala consiliare, con la vittoria dei favorevoli fra i quali fu definitivo il 'si' espresso nel voto dal presidente del consiglio comunale eletto nella sinistra. E il Crocifisso è ancora lì senza che nessuno se ne lamenti più.

Tutto questo significa che i rapporti fra politica e religione sono cambiati. Molto cambiati. Come del resto cambiano da sempre le situazioni politiche, a volte lentamente e a volte in un battibaleno.


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