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Attualità venerdì 10 novembre 2017 ore 16:21

"Il sindaco firma una protesta contro sé stesso?"

Matteo Arcenni

Arcenni, Badalassi e Bagnoli sulla raccolta firme dei commercianti: "Perché ha firmato? Forse è un tentativo di perdere la fiducia di seimila persone"



PONTEDERA — Gli esponenti del centrodestra pontederese Matteo Arcenni, Barbara Badalassi e Matteo Bagnoli sono intervenuti sulla situazione sicurezza in città: "Quello che sta accadendo alla classe politica che amministra la città è tanto bizzarro quanto grave. I commercianti si sono adoperati per raccogliere firme contro i numerosi episodi di delinquenza avvenuti negli ultimi giorni in centro e non solo. Alla petizione hanno aderito più di seimila persone, che in questo modo hanno rivolto il loro grido di esasperazione all’amministrazione e alle forze dell’ordine. Tra queste firme c’è anche quella del sindaco, Simone Millozzi. Che addirittura ha sbandierato il suo gesto con fierezza sui social e non solo". 

Arcenni, Badalassi e Bagnoli hanno proseguito con una domanda: "Ora, noi crediamo che il sindaco sia un uomo intelligente, dotato di grande cultura e di una buona esperienza politica. Ma in tutto questo c’è qualcosa di assurdo. Firma una protesta contro se stesso? E soprattutto, perché lo fa? Ci viene da pensare che quello di Millozzi sia un disperato tentativo di non perdere la fiducia di quelle seimila persone, e quindi, politicamente parlando, di non perdere seimila potenziali voti al suo partito nelle prossime elezioni amministrative". 

"Oppure - hanno ripreso i tre - se il nostro primo cittadino è veramente convinto che a Pontedera sia stato toccato il fondo, perché durante il suo mandato non ha intrapreso alcuna azione di contrasto all’immigrazione incontrollata sul nostro territorio, al sovraffollamento negli appartamenti in affitto, agli abusivi nei vari parcheggi, a cominciare da quello all’ospedale? L’integrazione, quindi, è una cosa sacra fino a che non rischia di far cadere il Comune? Ora che seimila cittadini si sono stufati di sentirsi ostaggi a casa loro, allora, anche il sindaco cambia idea? Cambia il punto di vista, ma non l’ipocrisia tipica di una classe dirigente allo sbaraglio".

I tre del centrodestra hanno concluso il loro intervento citando un'espressione più volte usata dallo stesso Millozzi: "I fedelissimi dell’amministrazione diranno che il nostro è un “rigurgito fascista”, che siamo “seminatori d’odio”, oppure “stregoni che propongono soluzioni facili”. Ritornelli vecchi come le facce di alcuni esponenti della politica locale che da anni rimbalzano da una poltrona all’altra, passando, magari, per la presidenza di qualche società partecipata del Comune. Millozzi ha avuto tutto il tempo per studiare soluzioni efficaci, per dare un segnale alla gente. E non lo ha fatto. Anzi sì, lo ha fatto firmando un documento che attesta la sua incapacità nel governare la città. Per questo esiste un solo atto che rassegni le sue dimissioni".


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