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Attualità mercoledì 17 ottobre 2018 ore 13:45

Giovanni Gronchi, bimbo orfano ma coriaceo

Quranta anni fa moriva a Roma il pontederese Presidente emerito della Repubblica. A 6 anni gli morì la madre, a 15 era già impegnato in politica



PONTEDERA — Domani sarà Sergio Mattarella il protagonista della mattinata pontederese, ma in verità il Presidente della Repubblica onorerà Giovanni Gronchi, morto oggi di quarant'anni fa, esattamente il 17 ottobre 1978.

Per un giorno non cambia nulla (tanto che i presiedenti Cossiga e Scalfaro, che per lo stesso motivo furono in visita alla città nell'ultima metà del secolo scorso, vennero in date più lontane da quella del decesso) ma, insomma, il Presidente pontederese morì a Roma il 17, e non il 18, all'età di 91 anni. 

La salma fu esposta e onorata nella capitale ma i funerali si svolsero a Pontedera in Duomo con la bara portata a spalle dai dirigenti e amici della Dc cittadina e col saluto militare di un plotone di para' (come raccontano le foto allegate). Ci fu anche un piccolo corteo sul Corso, parallelo all'inumazione nella tomba di famiglia dove sono sepolti sia la prima moglie, deceduta giovanissima, che la seconda. 

Il 10 settembre del 1887 Giovanni Gronchi nacque in un appartamento quasi sopra il bar Ferretti all'inizio di via Primo Maggio (allora via Pisana) come attesta una lapide. Era figlio del modesto contabile e commerciante Sperandio, nome che già dice tutto sulla religiosità di questa famiglia, mentre la madre, Maria Giacomelli di origine livornese, morì 6 anni dopo lasciando orfani Giovanni e la sorellina Emilia. Ma ben presto Giovanni trovò una seconda famiglia nel circolo San Luigi e negli ambienti cattolico-popolari dai quali scaturirà il Partito Popolare e poi, nel secondo dopoguerra, la Democrazia Cristiana.

Il primo esordio nella politica amministrativa, con la candidatura per le elezioni comunali del 1910, fu però deludente per il giovanissimo Gronchi: non fu eletto. Tuttavia diventò ben presto un importante esponente del partito a livello sempre più alto, partito che in parte 'tradì' nel 1916 arruolandosi (non fu il solo esponente cattolico) volontario (era orfano e avrebbe potuto evitare la guerra) nel primo conflitto mondiale nonostante che il Partito Popolare fosse anti interventista. Prima e dopo la guerra Gronchi insegnò filosofia in vari licei, Parma, Carrara e altri, facendo anche politica a con impegni non più, o non solo, pontederesi.

Nel dopoguerra la diatriba sull'arruolamento venne ricomposta e Gronchi diventò sottosegretario nel primo governo Mussolini varato in chiave 'antisocialcomunista' nel '22. Ma durò poco: già nel '23 il Partito Popolare uscì dalla coalizione e si schierò contro il fascismo. Da allora in poi i rapporti di Gronchi (che iniziò un'attività di commerciante e produttore di vernici) con Pontedera si allentarono ma le visite in città, alle famiglia Masi, Vivaldi e altre, non cessarono. E comunque continuarono con una fitta corrispondenza con gli amici pontederesi.

Ci vorrebbe un libro per raccontare la vita politica e umana del terzo presidente della Repubblica, qui abbiamo scelto quella degli esordi perché più legata a Pontedera. Quella Pontedera dove Gronchi tornerà il 9 giugno del 1955 quando era da poco diventato Presidente della Repubblica. Sfilò in auto per la città, fu ricevuto in Comune e alla Misericordia, ebbe tanta folla ad aspettarlo e tanti applausì. Tornerà anche a visitare la costruzione del canale Scolmatore e per altre brevi incontri. Mentre i grandi incontri del figlio del contabile Sperandio furono in Russia, dove in molti non volevano che andasse, e in America.

(Foto in gran parte estratte dal libro di Paolo Morelli "Da Pontedera al Quirinale. Giovanni Gronchi nell'Italia del Novecento", Comune di Pontedera)

Mario Mannucci
© Riproduzione riservata


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