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Attualità giovedì 08 settembre 2016 ore 16:53

La lettera di Marconcini ai ristoratori

Dopo le proteste per le maleodoranze nella zona di Gello il presidente Geofor ha scritto ai titolari dell'attività spiegando la posizione dell'azienda



PONTEDERA — Questo il contenuto della lettera scritta da Paolo Marconcini: 

"Abbiamo ricevuto una lettera dai ristoratori della zona industriale di Gello che ci chiedono di ripristinare il rapporto sospeso in seguito alle note polemiche apparse sulla stampa. La richiesta verrà accolta. Li abbiamo invitati ad un incontro informale con il CDA per mostrare loro ciò che intendiamo fare per affrontare il tema dei cattivi odori.

I ristoratori non rinunciano al loro diritto di critica nei confronti delle maleodoranze, nessuno ha chiesto e chiederà loro questo. Riconoscono che il ruolo delle aziende che lavorano nel settore dei rifiuti è importante per il territorio e il polo ambientale in cui sono venuti ad operare. Le maleodoranze non ci devono essere e invece a volte si verificano per diverse cause e diversa provenienza e vanno combattute. Però ciò è un po' diverso da dire che tutti i giorni siamo avvolti da miasmi imbarazzanti e dannosi, da un tanfo che si aggira tra i tavoli come un ospite indesiderato o da un puzzo che fa scappare i clienti. Questa è una rappresentazione eccessiva e grottesca della realtà che, oltretutto, lede l'immagine di tutti noi e non giova certo a quella dei loro locali. Non c'è bisogno di esagerare, rappresentando la zona industriale di Gello come una specie di sulfurea valle degli inferi. E i nostri lavoratori non devono essere messi in imbarazzo: non si va a mangiare dove siamo considerati portatori di una simile negatività, dove non siano rispettati e benvoluti. I ristoratori ci avevano chiesto di attuare convenzioni con loro. Siamo trecento. E dunque, semmai i clienti li portiamo, non li facciamo certo scappare, come in sostanza era stato affermato. I rapporti tra aziende vengono meno quando le relazioni tra loro vengono compromesse. E riprendono quando si riaprono canali di comunicazione anche liberamente critici, ma rispettosi. Ringraziamo il Sindaco di Pontedera per il prezioso lavoro di mediazione.

Le maleodoranze ci sono state e talora ci sono e non stanno bene a noi operatori del settore dei rifiuti, per primi, che tutti giorni siamo qui al lavoro Ci stiamo impegnando a fondo per contenerle ed eliminarle. Trattiamo rifiuti e non margherite. Geofor i rifiuti urbani e, fra questi, l'organico che aumenta con il crescere della raccolta differenziata nel bacino servito, arrivata quasi al 65% previsto per legge. Ecofor smaltisce i rifiuti speciali non pericolosi: i rifiuti industriali in una zona industriale. Di questi diversi rifiuti bisogna farsi carico. Non si può pensare di mandarli altrove, oltretutto buttando soldi e infrangendo un principio di prossimità che le norme e l'etica contemplano.

Il vecchio e ormai inadeguato impianto di compostaggio sarà chiuso in anticipo, a dicembre. Entro fine anno Geofor darà avvio ai lavori di costruzione del nuovo impianto dell'organico anaerobico e aerobico per trarre energia e compost dagli avanzi del cibo, in un ambiente confinato e aspirato, eliminando le maleodoranze. Per due anni, il tempo di costruzione del nuovo, saremo solo stazione di trasferimento dell'organico in impianti esterni, selezionati con gara e procedure trasparenti. Lo faremo al chiuso per limitare o impedire la trasmissione di odori, ristrutturando un capannone del compostaggio dismesso. Copriremo anche la piattaforma di trasferimento dei rifiuti indifferenziati, sia pure in diminuzione e assai poco odorigeni, attualmente all'aperto. Alla fine avremo speso in due anni poco meno di 20 milioni di euro. Aspiriamo a divenire un'azienda modello. Ed è strano che proprio ora che siamo impegnati in questa fase risolutiva ci sia tutta questa alzata di scudi: sarà solo puzzo o la paura oscurantista del nuovo impianto? Comunque le istituzioni pubbliche e gli enti che tutelano la qualità dell'ambiente svolgeranno il loro compito e noi siamo a disposizione".


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