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La nostalgia, così potente, al Teatro Era

Foto di Paolo Galletta (fonte ufficio stampa Teatro Era)
Foto di Paolo Galletta (fonte ufficio stampa Teatro Era)

Lo spettacolo della compagnia Scimone Sframeli è intitolato 'Amore'. Due coppie di anziani ricordano con dolcezza le emozioni provate in gioventù



PONTEDERA — E' in programma sabato 3 febbraio alle 21 lo spettacolo della compagnia Scimone Sframeli, in collaborazione con Théâtre Garonne Toulouse, intitolato Amore.

Amore ha vinto il Premio Ubu 2016 come miglior novità italiana e progetto drammaturgico e come miglior allestimento scenico. Due coppie prossima alla morte ricordano con una dolcezza infantile e un amaro sorriso le emozioni provate in gioventù.

In scena, il vecchietto e la vecchietta, il comandante e il pompiere, si muovono tra le tombe di un simbolico cimitero rappresentando le tenere e insieme crudeli attività del quotidiano, a partire dai più semplici gesti familiari. La scena di Lino Fiorito è composta da due tombe, a due piazze. Il tempo è sospeso e, forse, stanno tutti prendendo parte all’ultimo giorno della loro vita.

Entrambe le coppie si abbandonano al flusso delle memorie, creando un universo parallelo abitato da frammenti di vita in comune, rimpianti, giocose affettuosità, dimenticanze e amari sorrisi. Appaiono quattro vite al tramonto alla prova del tempo e dei ricordi, che non tornano più.

L’Amore è una condizione estrema e, forse, eterna.

Con Amore, la compagnia Scimone Sframeli prosegue sul percorso drammaturgico ai bordi dell’umanità, all’interno di non luoghi, dove i personaggi non hanno nome e sono “tutti vecchietti”. Un altro tassello della loro ricerca “verso l’essenza del teatro, non perdendo mai il legame fra gli attori, il testo e il pubblico”.

Scrive Spiro Scimone: “Queste due coppie sono vicine alla morte, ma con leggerezza infantile parlano di quello che hanno provato da giovani e di ciò che forse non è ancora perduto. Alla fine di tutto, il senso della vita si può trovare solo nell’amore. Quando scrivo cerco di immaginare a quali corpi e movimenti saranno destinate quelle parole. Non inseguo le facili provocazioni ma solo il teatro, nella sua verità e semplicità, attraverso un fondamentale lavoro di squadra.”

“Cerco sempre - afferma il regista Francesco Sframeli - di esaltare la leggerezza e il lavoro incessante dell’attore, nello scambio con gli altri tre interpreti, attraverso i quali si mette in scena la vita e la morte. Infatti più che un regista mi sento un ‘distillatore’. Il teatro è come fare l’amore: se doni te stesso totalmente, è un’esperienza bellissima.”

Il 3 febbraio alle 18 al Teatro Era si terrà un incontro, aperto al pubblico, con la compagnia Scimone Sframeli coordinato dalla Professoressa Eva Marinai.


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