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Attualità lunedì 12 dicembre 2016 ore 06:30

Open day all’ospedale Lotti

Una giornata dedicata all'alluvione del 1966 con una mostra e ai risultati dei primi mesi si attività del centro senologico interaziendale



PONTEDERA — Open day all'ospedale Lotti con una mostra sull'alluvione del 1966 e la presentazione del bilancio dei primi mesi di attività del centro senologico interaziendale.

Per ricordare i giorni dell’alluvione ed il coinvolgimento dell’ospedale pontederese in quella immane catastrofe, è stata inaugurata una mostra di fotografie per lo più inedite e messe a disposizione dal dottor Stefano Cuozzo. Le immagini ritraggono scenari devastati, ma anche la determinazione di operatori sanitari e volontari di ripristinare la funzionalità del nosocomio. “L’acqua in corsia, l’alluvione del ‘66 all’ospedale Lotti”, come si intitola la mostra, è stata curata dall’ ASL Toscana nord ovest, da Tagete edizioni e dal CRAL “Ugo Del Rosso”. La mostra rimarrà aperta fino alla metà di gennaio.

Presenti alla giornata il direttore sanitario Mauro Maccari, il direttore dell’ospedale Renato Colombai, il sindaco di Pontedera Simone Millozzi e la dottoressa Manuela Roncella.

L’altro tema riguarda la salute di genere e, l’open day è stata anche l’occasione per fare il punto sul “Centro Senologia Interaziendale”, frutto di un accordo tra ASL Toscana nord ovest ed Azienda Universitaria Ospedaliera Pisana, i cui obiettivi sono la diagnosi precoce, il trattamento terapeutico adeguato, la coerenza con le linee guida approvate, l’assistenza qualificata, l’aggiornamento, la continuità del servizio erogato, ilmonitoraggio dei dati e la verifica di qualità periodica.

Dall’avvio del centro, pochi mesi fa, sono 53 le donne operate al seno per tumore a Pontedera dall’equipe integrata di chirurghi diretti dalla professoressa Manuela Roncella e dal dott. Aurelio Costa.

La costituzione del Centro di Senologia di Pontedera può, quindi, contare su un setting di tecnologie e competenze di eccellenza, mettendo a disposizione delle donne un servizio capace di offrire prestazioni di alto profilo per la cura di tutte le patologie della mammella, armonizzando il lavoro dei singoli specialisti e ottimizzando l’impiego delle risorse, non dimenticando i medici di famiglia, le istituzioni, gli enti e la collettività

L’ospedale di Pontedera ha tutte le caratteristiche per garantire un approccio specialistico multidisciplinare sia nella diagnosi, sia nella terapia. Tali specificità, aggiunte all’esperienza e alla competenza della dottoressa Manuela Roncella, possono fornire un ulteriore apporto qualitativo e quantitativo, consolidando la casistica ed uniformando e coordinando le procedure terapeutiche chirurgiche. Inoltre, un elemento importante è rappresentato dalle fasi di accoglienzad elle pazienti, dal ricevimento fino all’avvio e all’esecuzione di percorsi clinici già condivisi, passando per i colloqui di accoglienza, l’impostazione del caso e la predisposizione della documentazione sanitaria, la gestione delle visite e delle consulenze specialistiche senologiche e la valutazione del rischio.

In Toscana vengono diagnosticati circa 4.000 casi di tumore alla mammella all’anno di cui un terzo sono individuati nell'ambito dello screening mammografico organizzato per le donne tra i 50 e i 69 anni. Gli studi epidemiologici rivelano come 8,4 donne toscane su 10 affette dal carcinoma alla mammella sopravvivano, il 4% in più rispetto alla media nazionale: la mortalità si è ridotta del 20% in Toscana, rispetto a una riduzione nazionale del 13%“.Semprein Toscana il rischio, per una donna, di avere una diagnosi di tumore della mammella nel corso della vita (fra 0 e 84 anni) è di 104‰ (1 caso ogni 10 soggetti, il rischio di morire a causa di questa patologia è invece pari al 30‰ (1 decesso ogni 33 soggetti).L’incidenza e la mortalità crescono all’aumentare dell’età; il tumore della mammella è un tumore importante anche nelle classi d’età più giovani. L’incidenza mostra un aumento annuale di circa il 2%, la mortalità un decremento di circa l’1%; per quanto riguarda la sopravvivenza relativa a 5 anni, si nota un trend positivo che si attesta attorno all’90%. 


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