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Lavoro mercoledì 24 maggio 2017 ore 14:50

Ristori, due strade per i 22 licenziati Fiom

Benvenuti e Comparini

La Fiom dopo il pronunciamento del ministero: "O reintegro o risarcimento di 24 mensilità. Ma c'è rischio fallimento". Le cifre di mobilità e Naspi



PONTEDERA — Un risarcimento che può arrivare fino a 24 mensilità, oppure il reintegro dei lavoratori. Oppure il rischio che Ristori dichiari fallimento con la possibilità di lasciare a bocca asciutta i lavoratori licenziati.

Il giorno dopo la decisione presa dal ministero sull'erronea procedura di licenziamento collettivo dei lavoratori Ristori la Fiom Cgil ha spiegato quali possono essere gli scenari futuri. Il ministero ha comunicato alla Regione che i lavoratori non possono essere iscritti alle liste di mobilità.

La conferenza organizzata da Fiom doveva vedere anche la partecipazione di Uilm "ma ci hanno mandato un messaggio vocale in cui hanno detto che non parteciperanno" ha spiegato Stefano Benvenuti, funzionario Fiom che segue le aziende metalmeccaniche della Valdera e del Valdarno. 

"Peccato - ha aggiunto Marco Comparini, segretario generale Fiom Pisa - questa di Ristori è una battaglia che abbiamo sempre portato avanti insieme".

Incassata la mancata presenza dell'altro sindacato i due esponenti Fiom hanno spiegato lo stato delle cose: "Questa decisione del ministero dopo l'interpello della Regione rappresenta una svolta - ha detto Comparini - qualcuno la vede in positivo altri in negativo. Quasi tutti quelli che sono stati a protestare, che hanno condotto la battaglia, diciamo il 90 per cento, sono stati licenziati. La priorità di Ristori era risparmiare e licenziare chi gli aveva rotto le scatole. Non sono dilettanti allo sbaraglio, erano seguiti dall'Unione industriale e da una stuola di avvocati. Io non ci credo al fatto che non sapessero che così facendo avrebbero avuto una procedura di questo genere".

"Il ministero - ha spiegato Benvenuti - ha detto che la procedura di licenziamento collettivo non è valida. La regione ci ha tranquillizzato: i lavoratori non rimarranno in un vuoto: intanto dalla mobilità verranno trasferiti in Naspi".

Per quanto riguarda i licenziamenti non legittimi perché basati su procedura sbagliata sono due le strade possibili: "Presenteremo i ricorsi singoli per i 22 lavoratori Fiom che avevano impugnato il licenziamento - ha chiarito Benvenuti - Il primo caso: se prevalesse l'aspetto di vizio formale ciò produrrebbe comunque la validità del licenziamento ma imporrebbe all'azienda un risarcimento fino a 24 mesi di indennità. Secondo caso: se invece venisse riconosciuto l'errore applicativo dei criteri di legge ci sarebbe la reintegra con le condizioni contrattuali precedenti e il risarcimento di questi mesi di inattività".

"Stiamo parlando tuttavia - ha chiosato Benvenuti - di un'azienda in concordato. Il rischio fallimento c'è". I lavoratori in caso di fallimento dovrebbero vedere quanto riuscirebbero in seguito alla cessazione dell'attività.

La parola passa dunque al giudice del tribunale di Pisa che dovrà pronunciarsi e indirizzare il destino di questi lavoratori. I licenziati totali erano stati 44 ma si apprende che 19 sono stati riassunti (tra loro due iscritti Fiom, qualche Uilm e diversi non iscritti al sindacato).

Per quanto riguarda l'immediato passaggio da mobilità a Naspi le cifre che i lavoratori percepiranno sono all'incirca queste: in mobilità erano 915 euro lordi, circa 700 netti per il primo anno, mentre negli ultimi sei mesi si sarebbe scesi all'80 per cento. Per quanto riguarda la Naspi: 75 per cento della media delle retribuzioni degli ultimi 4 anni che però non può superare i 1170 euro lordi. In più il 25 per cento della differenza da 1170 in su fino a un massimo di 1300 euro lordi. La Naspi dura due anni ma dal terzo mese decresce del 3 per cento ad ogni mensilità.

René Pierotti
© Riproduzione riservata


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