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Attualità sabato 16 giugno 2018 ore 16:05

Tmm, la proprietà chiede i danni agli operai

Ventisei lavoratori licenziati sono stati citati in tribunale per circa un milione di euro. Millozzi: "Ultimo schiaffo alla dignità di lavoratori"



PONTEDERA — Due provvedimenti: uno urgente di smantellamento del presidio e uno di richiesta danni per circa un milione di euro. E' l'ennesima tegola caduta in testa agli operai della ormai ex Tmm, comunicata agli organi di stampa durante una conferenza che si è tenuta stamattina al presidio su viale Africa dalla Fiom Cgil.

I lavoratori licenziati che sono stati citati in tribunale dalla proprietà per aver impedito - ad avviso del liquidatore - il libero accesso allo stabilimento sono 26, come ha spiegato il segretario regionale Fiom Massimo Braccini al presidio: "Un fatto gravissimo, inaudito - ha commentato il sindacalista -. La Tmm ha chiuso ed abbandonato tutti i lavoratori e adesso cerca anche di far pagare il conto del loro fallimento gestionale agli ex dipendenti che lottano per provare a costruirsi un futuro lavorativo. I lavoratori Tmm non hanno mai impedito a nessuno di entrare o uscire dallo stabilimento, ne ci sono mai stati sconfinamenti fisici, tant'è che sono state sempre presenti le forze dell’ordine a garanzia di tutti. Il liquidatore dapprima aveva attuato un comportamento discriminatorio, retribuendo solo i lavoratori che non partecipavano al presidio, cosa illegale ed a cui poi ha fatto fronte, ed adesso è andato oltre, chiedendo anche lo sgombero del presidio come se fosse all’interno del terreno aziendale. Attacchi di questa natura e intimidazioni verso lavoratori licenziati, nonché la richiesta di risarcimento danni, segna un comportamento spudorato di chi lo ha messo in atto e una condizione di regressione profonda a cui è sottoposto chi lavora, un mondo capovolto, non degno di una società civile fondata sul lavoro. Alla gravità della chiusura i lavoratori Tmm - ha detto Braccini - hanno reagito con la democrazia, portando avanti una lotta a testa alta, non rassegnandosi alla mortificazione delle perdita del posto di lavoro".

Dure le reazioni politiche, prima fra tutte quella del sindaco di Pontedera Simone Millozzi che ha commentato: "L'azione intrapresa dall'assetto proprietario dell'azienda è da considerarsi l'ultimo schiaffo alla dignità di lavoratori, colpevoli solamente di aver deciso, pacificamente, senza arrecare alcun danno allo stato dei luoghi, di non arrendersi in silenzio alla protervia di atti unilaterali che nel volgere di in giorno hanno cambiato la vita di 80 famiglie. Ho sempre seguito in prima persona questa vicenda - ha continuato Millozzi -. Ancora oggi sto cercando di portare, nel rispetto delle competenze, il supporto e la collaborazione del comune di Pontedera a fianco di una battaglia ritenuta non solo giusta ma pure necessaria. Continuerò a lavorare con i sindacati ed i lavoratori stessi perché possa finalmente esser trovata una occasione di impiego delle dedizioni e professionalità di quelle persone. Chiederò al consiglio comunale - ha annunciato il sindaco - di autorizzarmi e supportarmi anche per mettere a fianco di quei lavoratori, adesso chiamati di fronte al giudice civile, l'impegno e la presenza delle istituzioni. Le battaglie, anche quelle in un aula di tribunale, vanno combattute fino in fondo se si ritiene di esser dalla parte della giustizia e della solidarietà. Soprattutto quando entrano in gioco i temi legati ai diritti ed alla dignità del lavoro".

Battaglia che proseguirà anche la Fiom: "Risponderemo a questo grave attacco ai lavoratori Tmm in ogni sede Istituzionale, sindacale e legale - ha assicurato Braccini -. Daremo piena assistenza legale e se vi sono gli estremi procederemo con contro denunce, querele e richieste di risarcimento per i danni causati ai lavoratori. Noi proseguiremo a batterci al loro fianco fino in fondo e continuiamo a lavorare per costruire una nuova condizione lavorativa".


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