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Attualità giovedì 21 dicembre 2017 ore 09:50

"Tmm, una questione di metodo"

L'Usb critica il lavoro fatto dai sindacati federali e dalle istituzioni: "Quello che hanno chiamato lotta è stata solo vetrina politica dei partiti"



PONTEDERA — L'Unione Sindacale di Base contro i sindacati confederali e le istituzioni politiche, sul caso della Tmm di Pontedera come su altri.

Citando alcuni commenti relativi ad altre vertenze sindacali toscane gestite dalle istituzioni in accordo con i sindacati confederali (Delphi, Lucchini, Eaton, Officine Ristori), l'Usb commenta che: "Alla fine i buoni propositi e gli accordi paventati hanno avuto tutti puntualmente esito negativo. Ma una parte dei lavoratori, in mancanza di strategie alternative, probabilmente sono ancora convinti che le stesse istituzioni che li hanno accompagnati alla “morte” hanno in realtà fatto tutto il possibile per aiutarli". 

L'Usb precisa: "Non vorremmo, in questo comunicato, criticare una singola vertenza, come ad esempio quella relativa alla Tmm. Ci sembra inutile e non vorremmo neanche fare la parte dei maestrini che ammettono, a posteriori, di aver avuto ragione.
Il problema - dicono - è generale ed è di metodo". 

E ancora: "Il vero problema da affrontare è in realtà il sindacato. Il ruolo del sindacato, in queste vertenze, è stato quello di fare da ponte tra le legittime preoccupazioni dei lavoratori e le istituzioni. Quella che questi “sindacalisti” chiamano lotta non è stata altro che la vetrina politica per i partiti di maggioranza. Il mezzo attraverso il quale le istituzioni riescono avere la giusta visibilità per dichiarare di essere a fianco dei lavoratori nella loro vertenza coinvolgendo le massime istituzioni per raggiungere un risultato. Il corridoio del macello all’interno del quale gli operai vengono condotti per arrivare ai licenziamenti definitivi. Il sindacato - dicono dall'Usb - propone ai lavoratori di organizzare delle iniziative di testimonianza che non hanno nessuna vera incisività dal punto di vista materiale. Un blocco simbolico invece di un picchetto. Un presidio davanti allo stabilimento invece che l’occupazione dello stesso. Una manifestazione tranquilla davanti alle istituzioni invece che di fronte alle aziende responsabili o a Confindustria. Tutto per evitare che gli operai possano uscire dal recinto delle regole".

"E’ tutto qui? - si chiedono all'Usb - Non solo. Molto spesso ai delegati e agli iscritti, che più si sono dati da fare per servire la causa, viene proposto, più o meno pubblicamente, di essere assunti in altre aziende o direttamente nel sindacato. E’ successo a Livorno e sta succedendo probabilmente anche a Pontedera".

"Noi non abbiamo una ricetta precisa ma siamo consapevoli di una cosa. Quando si intraprende una lotta sindacale, in un momento difficile come questo, lo si deve fare utilizzando degli strumenti concreti. Ogni singola mobilitazione deve raggiungere un obiettivo materiale al di là del rapporto con le istituzioni e l’obiettivo è sempre la controparte".

"Per fare ciò - concludono dall'Usb - serve un sindacato degno di questo nome. Un sindacato indipendente che non abbia collusioni o interessi politici da difendere. Che non abbia, banalmente, favori da rendere e che sia composto da delegati determinati e combattivi. Siamo ancora in tempo per invertire la rotta. Basta volerlo".


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