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Attualità domenica 04 ottobre 2015 ore 18:50

"Vivo nella zona Stazione e non posso lamentarmi"

La lettera di un abitante del quartiere dopo gli ultimi fatti di cronaca. "Qui non ho mai rilevato preoccupazioni per l’incolumità individuale"



PONTEDERA — Vivo da circa 5 anni nel quartiere della Stazione. Nel mio condominio abitano varie famiglie di extracomunitari, ma non ho mai avuto elementi per potermi lamentare della nostra convivenza.

Si, a volte qualche carta abbandonata per le scale o qualcuno di loro che non paga le rate condominiali, ma niente che non succeda anche in centro o fuori del ponte anche tra i soli italiani.

Ho abitato in centro per circa 17 anni e li ho subìto il furto di una ventina di biciclette più la forzatura di due sportelli alla vettura per potermi rubare uno stereo che non valeva nulla.

Qui, anche parlando e confrontandomi con gli amici e residenti di questo quartiere, non ho mai rilevato paure e preoccupazioni per l’incolumità individuale o la sicurezza abitativa.

Furti e danni a persone o cose non sono accaduti in questa parte della città in misura maggiore che altrove, né sono aumentati in percentuale rispetto agli anni passati. Dati dei Carabinieri.

Si può dire che c’è un po' più di sporcizia in giro e incuria degli abitanti, è vero. Si può anche aggiungere che i maggiori responsabili di questo sono per lo più extracomunitari.

Ma da qui a vedere un problema di ordine pubblico ce ne corre.

Esiste un riconosciuto problema di integrazione tra etnie differenti, di accettazione e rispetto di regole condivise, di cultura e civiltà, d’accordo; ma da qui ad avvalorare la percezione che questo è un quartiere in cui non si può più uscire la sera e che è divenuto teatro di microcriminalità fuori controllo, ripeto, ce ne corre!

Onestamente, rispetto ad un mondo che cambiava velocemente, anche 40 anni fa i vecchi e certi benpensanti conservatori esprimevano le stesse preoccupazioni e paure. Accogliere queste paure tout court e farle diventare la ragione di una politica di intervento sul territorio fino a militarizzarlo, ci sembra inutile, dispendioso ed eccessivo. Di più, ci sembra degradante ed offensivo per tutto il quartiere e la sua gente che, a mio parere, nella sua grande maggioranza, guarda incredula e attonita quanto sta avvenendo, incapace di esternare e organizzare il proprio dissenso.

Per quattro tossici e spacciatori che nel corso degli anni hanno bivaccato sul piazzone, ai giardini bella di mai, fuori del ponte o alla galimberti, non si può né si deve demonizzare tutto un quartiere! Si è creata una emergenza che non è tale; si è allarmato un territorio quando invece la sua gente rimane per lo più distratta e tranquilla nella sua ordinaria quotidianità.

O si è voluto creare un caso perché il Prefetto, il Sindaco e l’esercito facciano bella prova di sé?

O per far vendere più copie al Tirreno e alla Nazione che senza un omicidio, un allarme o un'emergenza vera o falsa sono incapaci di fare informazione? 

Gian Luca Baccini


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