Cronaca

Alta Valdera, il no delle urne ma la strada è segnata

Dovranno essere associati i principali servizi comunali. E la questione è anche politica Valdera - Alta Valdera tutto da rifare, in materia di fusioni. Peccioli e Capannori hanno detto no, Palaia sì, ma quel sì non salverà il processo di fusione. Politicamente per alcuni questo risultato elettorale è un indebolimento, per altri un netto rafforzamento nel panorama della Valdera. Adesso però chi pensava di fermare la razionalizzazione della pubblica amministrazione con un semplice no, dovrà ricredersi. Il fatto che abbia prevalso il no non significa che tutto rimarrà come è adesso. Dal primo gennaio 2014, municipi come Peccioli, Capannoli, Palaia dovranno mettere in comune cinque funzioni fondamentali e trovare la forza di coesistere tra loro in modo molto più profondo. La legge è chiara: bisogna mettere in comune cinque servizi fondamentali tra cui la pianificazione urbanistica, l'istruzione, il socio-sanitario e gli uffici esattoriali. Un passaggio che, al di la della volontà dei cittadini, è inevitabile e che ora i tre comuni dell'Alta Valdera dovranno affrontare con gli oneri di un iter che porta nel futuro inevitabilmente, verso la fusione, ma senza il vantaggio economico dei cospicui incentivi che avrebbero ottenuto nel caso in cui il referendum avesse avuto esito positivo. Renzo Macelloni, il presidente della Belvedere, ma anche una delle figure di spicco della politica della Valdera che da subito ha caldeggiato il partito del sì dice: “Penso che chi sosteneva la tesi della fusione ha fatto benissimo il suo dovere, il tema adesso è come sarà il futuro, perché la strada è segnata; chi pensava che votando no avrebbe fermato un percorso avviato dalla Regione e dallo Stato si è sbagliato di grosso. Ora noi dovremmo fare il passaggio della messa a comune delle funzioni fondamentali appiattiti sull'Unione e questo potrebbe rappresentare una debolezza politica per i comuni. Sicuramente ora saremo politicamente più deboli e inoltre c'è da capire come sarà letto questo esito referendario dalla Regione Toscana. Il dibattito in qualche modo rimane in sospeso. Non è detta l'ultima parola: in politica quello che non si è riusciti a fare oggi magari lo faremo domani. Forse, non siamo riusciti a comunicare ai cittadini i reali vantaggi della fusione di Peccioli, Palaia e Capannoli”. Posizione simile a quella di Macelloni la esprime anche il sindaco di Palaia Falchi che spiega: “Da domani ci dovremo mettere a lavorare per trovare una soluzione e per dare corso agli obblighi di legge previsti per i comuni con meno di cinquemila abitanti. Insomma tutto da rifare, forse abbiamo perso un'occasione e lo dico anche se nel mio comune la maggioranza si è espressa per la fusione. Noto che anche negli altri comuni comunque la vittoria del no non è stata schiacciante. A Capannoli poi abbiamo perso veramente per una manciata di voti, non più di dieci”. Insomma un po' di rammarico nelle parole di Falchi c'è, per quello che poteva essere e che invece non è stato. Di sicuro ora i sindaci dell'Alta Valdera, l'unica area della zona pisana dove ha vinto il no (a Crespina e Lorenzana il voto è stato bulgaro con oltre il 90% di sì a Crespina e il 74% a Lorenza), potrebbero trovarsi in una posizione di debolezza politica di fronte agli altri sindaci della provincia e dell'unione Valdera che ora dovrà essere il collettore che catalizzerà i processi di messa a comune delle Unioni.