Lavoro

Confcommercio: “Pronti a pagare per allontanare i venditori abusivi”

Il Censis studierà la provincia di Pisa per capire l’entità del fenomeno dell’abusivismo commerciale Provincia di Pisa – Pisa diventa oggetto di indagine del Centro studi investimenti sociali in tema di contraffazione e abusivismo commerciale. Come altre nove località turistiche italiane, anche la provincia di Pisa e quindi Pontedera verrà passata al vaglio del Censis in vista dell’11 novembre, data della giornata nazionale di Mobilitazione contro l’abusivismo promossa da Confcommercio Imprese per l’Italia. Interpellato dal centro studi con un questionario, anche il direttore di Confcommercio Pisa Federico Pieragnoli è intervenuto sul tema, molto sentito nell’imprenditoria pisana che, solo nel 2012 ha visto sequestrare dalla Guardia di Finanza oltre 700mila prodotti con marchio contraffatto e denunciare circa 40 persone. “In questi quattro anni – ha dichiarato Pieragnoli – abbiamo proposto e fatto di tutto: dal sostegno alle ordinanze anti-borsone, alle campagne di sensibilizzazione, dai presidi al plauso per i blitz delle forze dell’ordine. Poiché consideriamo impossibile la convivenza degli abusivi con gli imprenditori e i commercianti regolari, la nostra proposta è: pur di farli andare via, gli imprenditori potrebbero pagare una certa somma in denaro a ciascuno degli abusivi affinché smettano una volta per tutte di essere strumenti passivi di questa attività illegale”. Una proposta shock quella lanciata da Pieragnoli, che riporta la rabbia degli imprenditori regolari nei confronti di una situazione non più sostenibile e aggiunge: “I vantaggi sarebbero per tutti. Per le imprese locali che non subirebbero più la concorrenza sleale e il grave danno di immagine; per i clienti incentivati ad acquistare prodotti conformi e sicuri; per le amministrazioni comunali che risparmierebbero in termini di impiego di uomini della polizia municipale”. Una strada inedita, ma secondo il direttore pisano di Confcommercio una possibile soluzione concreta alla grave piaga dell’abusivismo commerciale.