Politica

La Toscana verso una riforma dall’alto

Upi e Consulta bocciano il decreto “Salva Italia”, la linea resta quella della riorganizzazione dello Stato Firenze – I problemi economici dell’Italia non si risolvono tagliando i costi delle Province, ma attraverso una riforma organica dello Stato. E’ questa la ragione che ha spinto la Consulta regionale, riunita ieri a Firenze, a dichiarare incostituzionale la riforma delle Province contenuta nel decreto Salva Italia. Un argomento attuale, quello delle riforme dall’alto, se si pensa che appena una settimana fa l’assessore regionale Vittorio Bugli, intervenuto all’incontro di Pontedera, aveva fatto riferimento proprio a una riorganizzazione dello Stato e delle due Camere, come attività necessaria per poter prendere le varie decisioni a livello locale. In quell’occasione la questione riguardava la concessione delle funzioni provinciali alle Unioni dei Comuni una volta che le Province fossero state cancellate. In questo caso a preoccupare i presidenti delle 10 Province toscane sarebbero i tagli previsti dal decreto e il mantenimento di alcuni servizi essenziali come scuola, viabilità, difesa del suolo, centri per l’impiego. “Le riforme costituzionali dello Stato non possono essere realizzate con lo strumento del decreto legge – ha commentato il presidente della Provincia di Pisa Andrea Pieroni - e quindi la Consulta ha accolto le eccezioni che le Province hanno avanzato contro un riforma che adesso può ripartire con una legge costituzionale del Parlamento”. E ha poi continuato: “Siamo convinti che una riforma organica del nostro Stato sia necessaria”. Insomma, che si parli di deleghe, come nel caso delle Unioni dei Comuni, o che si decida del futuro delle Province, la risposta della Regione Toscana è sempre la stessa: prima riformare lo Stato e solo poi affrontare le singole problematiche delle realtà locali.