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Sigarette elettroniche, è boom in Valdera

Nascono i primi punti vendita specializzati e aumenta il numero degli “svampatori” VALDERA – Anche il Valdera è in espansione il business legato alle sigarette elettroniche e la questione inizia a far discutere, soprattutto dopo l’ordinanza del Ministro Balduzzi che ne ha vietato la vendita agli under 18. Quello che gira attorno ai cosiddetti “svampatori”, così sono chiamati coloro che utilizzano la sigaretta elettronica, è un mondo variegato fatto di introiti altissimi, basti pensare che il giro di affari in Europa è di circa 500 miliardi di euro, ma fatto anche di storie di persone comuni che vedono nella sigaretta elettronica una valida alternativa alla classica “bionda”. A testimoniare la diffusione di questo fenomeno a Pontedera e in Valdera è il negozio “Punto Svapo”, nato appena tre mesi fa e già molto frequentato. “Nonostante lo scetticismo iniziale – ha spiegato la commessa del negozio di via della Misericordia – i clienti soddisfatti sono molti. Ciò che viene maggiormente apprezzato è che la sigaretta elettronica è molto meno invasiva di quella tradizionale e che è anche più economica”. In particolare la commessa fa riferimento ad un risparmio misurabile nel breve e lungo periodo. Un fumatore tradizionale spende infatti circa 5 euro per un pacchetto di sigarette che, in base alle sue attitudini, può durare più o meno giorni. La sigaretta elettronica dopo un primo investimento iniziale risulta essere più conveniente, perché ha costi di manutenzione abbastanza modesti. Un flacone di liquido da 10 millilitri ha un costo che si aggira intorno ai 5 euro e una durata di circa 5 giorni. La spesa media di uno “svampatore” è quindi di 1 euro al giorno, molto meno in confronto ai costi sostenuti dai fumatori tradizionali più incalliti. La questione si allarga poi all’immagine e all’elemento di tendenza legata all’utilizzo delle sigarette elettroniche, sempre più diffuse tra i giovani e diventate ormai un oggetto alla moda. Resta quindi da chiarire quanto l’espansione del “fumo elettronico” sia da ritenersi più salutare rispetto a quello tradizionale e quando una mancata regolamentazione del fenomeno incida sulla diffusione di punti vendita non a norma con l’acquisto di prodotti non certificati.