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Valdera, terra di antimafia

La Carovana Antimafie fa tappa a Pontedera. All’Agorà una conferenza sul progetto dei campi della legalità in Campania Pontedera – “La Toscana non sarà terra di mafia, ma in molti territori, ambienti e contesti è presente eccome”. Hanno risposto così i “carovanieri” alla domanda degli alunni della scuola media Pacinotti che chiedevano perché portare la Carovana Antimafie in Toscana e anche in Valdera. “Questa manifestazione nazionale itinerante – ha detto Sara Bandecchi di Arci Legalità Valdera – è l’occasione per aprire gli occhi sulla realtà dei nostri luoghi, in cui le mafie non hanno un radicamento territoriale ma arrivano con i loro soldi, i loro affari e le loro logiche. Una piaga che si può sconfiggere solo mantenendo alta la guardia”. E un modo per farlo sono sicuramente i campi della legalità, sostenuti da associazioni come Arci, Libera, Cgil, Auser e altre, che permettono a chiunque voglia di toccare con mano la quotidianità delle cooperative che gestiscono i beni confiscati alle mafie. “Il problema non è quando accadono vandalismi sulle nostre colture, quando qualcuno coglie le fragole prima di noi o ruba il nostro impianto di irrigazione”, ha detto il presidente dell’associazione Nero e Non Solo di Caserta, Aniello Zerillo durante la sosta della Carovana al cineclub Agorà. “La nostra più grande paura è quella di essere lasciati da soli a lottare contro questo sistema – ha continuato Zerrillo – ma se con noi c’è qualcuno che sostiene il progetto, viene nelle nostre terre e lavora con noi, siamo più forti. Per questo è importante il rapporto instaurato con la Toscana e con la Valdera”. Un legame che non solo deve continuare, ma farsi più forte per contrastare qualsiasi ipotesi di indebolimento della normativa nazionale in materia di confische e riutilizzo di beni tolti alle mafie. Un messaggio che diventa particolarmente importante il giorno dopo che a Roma, in Parlamento un deputato del Pdl ha proposto di "ammorbidire" la legge che punisce il concorso esterno in associazione mafiosa. I carovanieri non hanno direttamente affrontato questo tema, ma le loro parole contengono ugualmente una risposta esplicita a comiciare dalla legge sui beni confiscati. “Non si può pensare di modificare la legge La Torre e vendere o mettere all’asta i terreni confiscati – ha detto Zerillo – ciò significherebbe solo riconsegnarli alle associazioni mafiose, le uniche che hanno la liquidità per poterseli riprendere”.