Politica

​Agricoltura, approvato il Ptc per il territorio rurale

La variante passata in Provincia dà più tutela alle aree agrarie per la produzione di cibo e limita le installazioni per energie rinnovabili

Più tutela per i terreni destinati alle coltivazioni, maggior riutilizzo delle aree degradate, limitazioni al consumo del suolo e alla realizzazione di fonti rinnovabili. Queste le novità contenute nella variante al piano territoriale di coordinamento della provincia di Pisa per il territorio rurale, approvato ieri, venerdì 24 gennaio, in giunta provinciale.

“La variante – ha spiegato l’assessore Giacomo Sanavio – assume come finalità generale l’effettiva ed efficace tutela del paesaggio, con l’obiettivo di precisare e descrivere meglio il patrimonio del territorio rurale della provincia di Pisa, a cui viene riconosciuto un valore di esistenza ed un valore d’uso in quanto risorsa. Anticipando, così, alcuni contenuti del Piano paesaggistico regionale”.


Il documento affronta varie tematiche: dalla limitazione del consumo di suolo al sostegno all’attività agricola, fino a un più avanzato equilibrio tra salvaguardia ambientale e agricoltura. “Nel dettaglio – ha spiegato l’assessore provinciale – sono stati affrontati temi come la revisione normativa della multifunzionalità, in particolare per le cantine; la revisione dei parametri per l’esercizio delle attività zootecniche in funzione della completa applicazione delle norme sul benessere animale; la necessità di preservare il paesaggio rurale e le aree produttive agricole al fine di garantire la produzione di cibo; ulteriori meccanismi di incentivo o disincentivo per la promozione di una corretta gestione del territorio rurale e una nuova disciplina per la realizzazione di annessi, l’installazione di manufatti precari e di serre”.

Per quanto riguarda le fonti rinnovabili in zona agricola, invece, la variante al Ptc provinciale prevede ulteriori elementi di cautela negli strumenti urbanistici comunali per favorire le fonti rinnovabili per le aziende che vogliono raggiungere l’autosufficienza energetica, attraverso il minor consumo possibile di territorio, ma favorendo il riutilizzo delle aree degradate.