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​Al Lotti 650 malati di Parkinson

Nella giornata nazionale dedicata a questa malattia neurodegenerativa, ecco i numeri dell’Asl. Un’occasione di riflessione e informazione

Una malattia neurodegenerativa causata dalla progressiva morte di alcuni neuroni che determina la comparsa di tremore, rigidità e lentezza nei movimenti e che all’ospedale Lotti di Pontedera conta circa 650 pazienti seguiti dal reparto di neurofisiopatologia diretto dal dottor Renato Galli. Questi sono solo alcuni numeri del morbo di Parkinson, tremenda malattia per la quale sabato 29 novembre si celebra la giornata nazionale dedicata ai pazienti ed a tutte le persone interessate a conoscere meglio tale malattia.

In Italia i malati di Parkinson sono circa 300mila, per lo più maschi, con età d’esordio compresa fra i 59 e i 62 anni anche se circa un paziente su quattro ha meno di 50 anni e il 10 per cento ha meno di 40 anni.

Il Parkinson, che colpisce i neuroni dopaminergici, si manifesta attraverso tremori, rigidità, lentezza nei movimenti. È stato dimostrato che i sintomi iniziano a manifestarsi quando sono andati perduti circa il 50-60 per cento di questi neuroni. I sintomi della malattia possono essere anche non motori, portando a iposmia, disturbi dell’umore, del sonno, della sfera cognitiva oppure a disturbi gastroenterici o genitourinari. La presenza di tali sintomi meno visibili è spesso trascurata e non riconosciuta.

Il centro di Pontedera è gestito da tre neurologi esperti in disturbi del movimento: Paola Virgili, Gianna Gambaccini e Carlo Rossi, che oltre a dare un inquadramento diagnostico per i pazienti forniscono un adeguato orientamento terapeutico collaborando anche attraverso un team multidisciplinare composto da fisiatria, psichiatria e neuropsicologia e selezionando i pazienti per strategie terapeutiche di fase avanzata da inviare poi al centro di riferimento regionale di Pisa.

L’ambulatorio è aperto il lunedì, il mercoledì, il giovedì e il venerdi dalle 14 alle 17 ed è possibile accedervi su appuntamento da prenotare all’accettazione della neurofisiopatologia.