Attualità

Alluvione a Pontedera, i fatti ora per ora

Gli esperti temevano la rottura degli argini dell'Arno, invece a esondare fu il fiume Era. La ricostruzione precisa degli eventi

Il 4 novembre era un giorno di festa. Si festeggiava la vittoria nella prima guerra mondiale. Quel giorno del 1966 i festeggiamenti si svolsero e si conclusero in fretta. Ma andiamo con ordine.

Alle 7,30 una telefonata avverte i carabinieri di Pontedera che l'Arno ha allagato la periferia di Firenze e sta minacciando il centro. A Pontedera è in arrivo un'ondata di piena nel primo pomeriggio. 

Alle 8,30 l'ufficiale idraulico e il tenente dei carabinieri Lace hanno un primo incontro con il sindaco Giacomo Maccheroni. La decisione è quella di mettere in allerta i servizi tecnici. La popolazione invece non viene ancora avvertita del rischio. 

10,30. Come detto prima il 4 novembre è l'anniversario della festa della vittoria, la commemorazione si svolge regolarmente, ma si conclude in fretta. La voce si è sparsa e l'evento è sotto gli occhi di tutti. La gente si affolla sulle spallette.

11,30. Si teme il cedimento dell'argine dell'Arno in corrispondenza di via Saffi. Anche l'Era continua a crescere. Nella tarda mattinata il sindaco Maccheroni decide di avvertire la popolazione. A diffondere il comunicato è un'auto con sopra un altoparlante. La vettura attraversa le vie della città annunciando l'imminente pericolo. In via Veneto iniziano le prime infiltrazioni. 

Alle 12,30 l'acqua comincia a uscire dall'Arno sulla Toscoromagnola. Dopo pochi minuti ha già raggiunto 20 centimetri. Maccheroni ordina lo sgombero dei locali a piano terra.

Alle 14,30, cogliendo tutti di sorpresa, è l'Era, non l'Arno, a rompere gli argini alla Montagnola allagando quasi interamente città.

Alle 18 si raggiunge il livello massimo di 13 metri sul livello stradale. La città rimane per l'intera giornata e per tutta la notte successiva completamente isolata e senza corrente elettrica.