Politica

​Aria di crisi per l’Unione Valdera

A Peccioli e in Alta Valdera si pensa all’accorpamento delle funzioni e si riflette sulla funzionalità dell’ente sovracomunale

C’era aria di cambiamenti di rotta nel consiglio comunale di Peccioli di ieri, sabato 28 dicembre. O quanto meno di riflessioni sull’Unione Valdera, sul futuro del territorio e in particolare di quello dei piccoli comuni della parte Alta.

Il consiglio comunale ha infatti approvato alcune modifiche allo statuto dell’Unione e il ritrasferimento di micro funzioni al municipio, come la gestione degli asili nido e la pianificazione urbanistico ambientale. Non si tratta certo di un’uscita dal gruppo dei 14 Comuni Uniti, ma di una mossa, compiuta in accordo con gli altri campanili vicini, che Peccioli fa per tenersi aperte tutte le strade in vista di un obbligato cambiamento della geografia istituzionale del territorio.

Dopo che il referendum per la fusione a tre non è andato a buon fine infatti, rimane ugualmente l’obbligo di legge per i comuni sotto i cinquemila abitanti di accorpare funzioni fondamentali per la razionalizzazione degli enti pubblici. La decisione del consiglio comunale pecciolese di ieri ha quindi inevitabilmente riportato a galla la questione e stimolato il dibattito fra le forze politiche, tutte concordi sulla necessità di rivedere le parti in gioco.

Unione sì o Unione no? Per il sindaco Silvano Crecchi, l’ente sovracomunale della Valdera è già in crisi per il semplice fatto che al suo interno ha alcuni comuni obbligati all’accorpamento ed altri no. “Questo è sicuramente un elemento di criticità – ha detto il primo cittadino – su un tema che sarà al centro del dibattito politico alle prossime elezioni. A mio parere, se si tratta di associare sei o sette funzioni fondamentali, è il caso di chiedersi se non si debba pensare ad un progetto più strutturato fra comuni che si assomigliano ed hanno già avviato con successo l’associazione di funzioni territorialmente condivise”. O tutto o niente, insomma. E si rifà avanti il progetto del Polo Alta Valdera. “Potrebbe essere una possibilità – ha continuato il sindaco Crecchi – da percorrere sviluppando un consorzio, un’unione o anche una fusione questo è da valutare, e che guarda caso tocca proprio quei comuni della Valdera che sono sotto i cinquemila abitanti”.

Sulla stessa lunghezza d’onda del sindaco anche i capogruppo delle opposizioni. Martina Mengoni di Progetto Comune si chiede infatti se valga la pena di rimanere nell’Unione per molti macro ambiti o se invece non sia il caso di associare piuttosto altre micro funzioni con gli altri quattro comuni del Polo Alta Valdera. Vincenzo Di Sandro della lista Peccioli Libera e da sempre contrario all’Unione, spinge ancora più convintamente verso l’uscita dal gruppo dei quattordici campanili.