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Biancoforno, reintegrata una dipendente sospesa

Fai e Felsa Cisl ottengono l'accordo anche su orario di lavoro, buoni pasto e anzianità: "La Cgil non ha voluto sedersi al tavolo del confronto"

Massimiliano Gori, segretario di Fai-Cisl

Non solo Cgil. La lunga querelle della Biancoforno, l'azienda dolciaria di Fornacette che da tempo è sotto la lente d'ingrandimento del sindacato, ha aggiunto un ulteriore capitolo alla propria storia. Come spiegato da Fai e Felsa Cisl di Pisa, infatti, una dipendente sospesa per motivi disciplinari è stata reintegrata al termine di un incontro con la proprietà.

Al tavolo, senza la Cgil, hanno partecipato Alessio Nasoni, segretario di Felsa-Cisl, il sindacato dei lavoratori atipici, e Massimiliano Gori, segretario della Fai-Cisl Toscana, organizzazione dell'agroalimentare. La Rsa congiunta, invece, era formata da Enio Arena, Gianni D’Ottavio e Ramona Vaja.

"La Flai-Cgil aveva rinunciato a sedersi allo stesso tavolo come forma di protesta per la dipendente sospesa che è tesserata Cgil - ha spiegato Gori - questo, per noi, non conta: al di là della tessera sindacale, tutti i lavoratori per noi sono importanti. La nostra cultura ci porta sempre alla scelta della via del dialogo, senza fare barricate. Oltre alla richiesta della revoca della sospensione della dipendente che ha ripreso a lavorare oggi (mercoledì 26 Febbraio, ndr), abbiamo trovato alcune importanti convergenze con la Biancoforno".

Come spiegato da Gori, infatti, con l'azienda ci sarebbe stata un'intesa per quanto riguarda l'orario di lavoro e l'erogazione dei buoni pasto. "Inoltre - ha aggiunto - c’è un importante novità per i lavoratori interinali che, quando verranno assunti, manterranno l'anzianità di servizio maturata. Ogni parte condivisa nell'accordo è valida sia per i lavoratori diretti che per quelli interinali. Tale ipotesi di accordo, oltre a dovere passare dall'approvazione dei lavoratori, è stata inviata anche alla Flai-Cgil".

"Tramite un confronto serrato siamo riusciti a ottenere alcune prerogative che lavoratrici e lavoratori ci chiedevano da tanto tempo - ha concluso Nasoni - da questa ipotesi di accordo emerge infine un altro messaggio alla frammentazione del mercato del lavoro: non solo la piena equiparazione tra dipendenti diretti e somministrati, ma anche che soltanto con l’unione delle loro forze si possono raggiungere i risultati sperati".