Attualità

Gender, la posizione del comitato

Il gruppo Famiglia Scuola Educazione dice la sua sulla mozione approvata in consiglio a Calcinaia: "Nessuno ha battuto ciglio alle parole di Tani"

Foto di Mirko Melai

"Nessuno, ma proprio nessuno, dei molti genitori presenti ha anche solo battuto ciglio quando Tani ha parlato, trattandosi di questione del tutto personale. Ciò che invece li aveva portati in aula era ben altro: la consapevolezza che, mentre con formula insieme suadente e generica si affermava di voler “educare alle differenze” e di fare una battaglia di libertà, la si stava invece negando agli altri e cioè alle famiglie".

Queste le parole con cui il Comitato Famiglia Scuola Educazione Pisa esprime la sua posizione in merito alla questione della mozione approvata giovedì scorso in consiglio comunale a Calcinaia.

In merito al coming out del consigliere comunale d'opposizione Flavio Tani il comitato non ha nulla da obiettare. "Il vero problema - scrivono nella nota - non è questo, perché la mozione infatti richiamava inequivocabilmente quell’ideologia di genere secondo cui si vorrebbero educare i bambini, fin da piccolissimi, ad una totale indifferenza nei comportamenti sessuali: in modo che poi, da grandi, fosse uguale innamorarsi di persona dello stesso sesso o di sesso diverso. Sono queste le parole che compaiono sui libretti commissionati due anni fa dal Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri ad un noto istituto medico di sessuologia. All’epoca, per le vibrate proteste, ne fu sospesa la diffusione. Questo infatti e non altro significa la ‘lotta contro gli stereotipi’ di cui si parla nella mozione".

"Nella stessa direzione - aggiungono dal comitato - vanno anche, ad esempio, le direttive in materia di educazione sessuale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo cui, ai bambini da 0 a 4 anni dovrebbero esser date “informazioni sulla gioia e il piacere nel toccare il proprio corpo e sulla masturbazione infantile precoce”, mentre quelli da 4 a 6 anni debbono “scoprire l’amore verso persone dello stesso sesso”, e così via".

E infine, obiettano: "Le molte mamme presenti in sala, molto preoccupate, non erano dunque della visionarie. L’amministrazione ed il Pd locale, che così le ha definite nel suo comunicato, non le hanno fatte parlare nemmeno per pochi minuti, come pure lo statuto comunale — ci pare — consentiva. Perché? Perché non hanno sospeso per soli pochi giorni la votazione dando luogo a quel pubblico dibattito che altri consiglieri comunali chiedevano? Se l’educazione alle differenze inizia così, forse, c’è poco di buono da sperare".