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Iria, i ricordi dalla guerra mondiale all’Ucraina

Nata nel '35 e attiva nel volontariato, Iria si racconta per "Parola alle donne", l'iniziativa della Commissione pari opportunità dell'Unione Valdera

La signora Iria Parlanti con la bandiera della pace

Le bombe, Iria Parlanti, le ha viste davvero. Poi è scappata, sfollata insieme alla famiglia e a tanti altri rottigiani, tornando a casa soltanto quando il paese era ridotto in macerie. E oggi, a quasi 80 anni di distanza, la guerra in Ucraina le fa rivivere quei tragici momenti.

Iria è nata nel 1935, vive a Calcinaia ma è originaria proprio della Rotta. Nel corso degli anni ha svolto tanti lavori, partecipando alle lotte per i diritti delle donne, al sindacato e alla vita della comunità attraverso il volontariato. E adesso, a 87 anni, è la prima protagonista del progetto "Parola alle Donne" dell'Unione Valdera, iniziativa della Commissione pari opportunità che vuol far parlare le donne protagoniste del territorio.

"Ricordo perfettamente il primo bombardamento alla Rotta. Avevano bombardato tante volte Pisa, Livorno, Pontedera, ma pensando che una piccola frazione non fosse interessante, ci sentivamo abbastanza tranquilli - ha raccontato Iria - invece la domenica delle Palme bombardarono la stazione. Sfollammo e andammo a fare i mattoni in una frazione di Lamporecchio. Ma cominciarono quasi subito i rastrellamenti tedeschi e quelli repubblichini".

"Quando la guerra finì tornammo a casa con un barroccio e trovammo una desolazione infinita, tragica. La nostra casa era disastrata e inabitabile - ha continuato - le donne prima della guerra erano considerate molto poco. Durante la guerra si sono distinte, sono state fondamentali per sostenere vecchi e bambini. Dopo, invece, le donne presero più coscienza e considerazione di sé stesse, cominciarono a lottare per i propri diritti. Da all'ora passi avanti ne abbiamo fatti molti anche se proprio la parità ancora non l'abbiamo veramente".

"Non mi sarei mai aspettata di ritrovarmi ad avere una guerra alle porte di casa. In questi giorni sto rivivendo la sofferenza di allora.  Non posso non pensare ai bambini e alle bambine che sono quelli che della guerra soffrono più di tutti - ha concluso - vorrei abbracciare le donne ucraine e dire loro che sono nel mio cuore. Alle giovani donne voglio augurare di sapersi far rispettare, avere cura di sé stesse e non credere che le picchino per amore, denuncino subito chi le molesta o le fa del male".