Una serie di incontri provvidenziali, che hanno dischiuso un presente e un futuro impensabili fino a qualche anno fa. La storia di Marta, ragazza di 21 anni originaria di Cascine di Buti, oggi lavora a tempo indeterminato in un'azienda di confezioni di alta moda di Fornacette, la Ml Group. Che ha creduto in lei, passando da un inserimento socio-lavorativo a un impiego a tutti gli effetti.
Perché Marta, sin dall'infanzia, fa i conti con un disturbo dello spettro autistico. Nei primi anni non parlava, ogni rumore poteva scatenare una crisi e aveva bisogno di routine rigide. La prima svolta è arrivata alla Salute mentale infanzia e adolescenza di Fornacette, dove, come ha spiegato la sua famiglia, professionalità e umanità hanno fatto la differenza. Marta ha iniziato a parlare e oggi è una ragazza ad alto funzionamento. "L’autismo lo smussi, ma rimane - dice spesso Marta - non sono io, è il mio cervello che mi dice di fare così".
Un altro incontro, magico, è stato quello alle scuole di Buti, dove ha conosciuto insegnanti capaci di includere, anche senza essere di sostegno, e un gruppo di amiche e amici che l’ha accompagnata fin dall’infanzia e che ancora oggi la protegge e la rispetta, senza mai isolarla.
Quindi, la passione per la moda, la testardaggine nel voler frequentare l'Ipsia "Pacinotti" dove viene erogato il percorso di studi per il settore e, alla fine, dopo tanti sacrifici e un impegno costante, il diploma nel 2023. È a quel punto che entra in gioco Tarta Blu, l'associazione che dal 2019 si impegna nell'offrire strumenti e strategie pratiche per un'assistenza efficace e inclusiva per le persone con disturbi dello spettro autistico.
Grazie a Chiara, una delle mamme dell’associazione, arriva il contatto con la Ml Group. Prima una prova manuale, poi un inserimento socio-lavorativo monitorato dall’Asl. Passo dopo passo, le ore aumentano, fino alla proposta: restare. Un’opportunità resa possibile grazie alla visione di Sandra Mannucci, che guida l’azienda seguendo la scia illuminata dei genitori Anna e Luigi.
Così, da Maggio scorso Marta lavora con un contratto a tempo indeterminato, 21 ore settimanali, accompagnata sempre dai genitori. È precisa, concentrata, affidabile. In questo contesto, l’autismo diventa una risorsa. "Ho imparato i nomi delle mie colleghe - ha concluso sorridendo - alla fine, devi sempre guardare il lato positivo nelle cose".