L'aumento del numero minimo obbligatorio di conferimenti per il rifiuto indifferenziato al centro della polemica. Dopo l'ultima seduta del Consiglio comunale, infatti, i membri dell'opposizione, Daniele Ranfagni, Matteo Becherini, Elisa Venanti, Caterina Crimeni e Marco Buggiani,
"Ciò comporta un aggravio di circa 9 euro all’anno per ogni nucleo familiare - hanno scritto in una nota - una scelta che appare incoerente: da un lato, l’amministrazione ha sempre invitato i cittadini a ridurre al minimo la produzione di rifiuti indifferenziati; dall’altro, decide di alzare il minimo obbligatorio, mascherando un aumento della tariffa".
Un aumento che, secondo l'opposizione di Adesso Calcinaia, dev'essere valutato anche alla luce dei risultati ottenuti dal comune per quanto riguarda la raccolta differenziata. "Non ha alcun senso imporre un numero maggiore di svuotamenti quando la popolazione si dimostra attenta e disciplinata nella separazione dei rifiuti - hanno aggiunto - invece di essere premiati per il loro impegno, i cittadini vengono puniti. E non solo: l’introduzione di un minimo più alto può addirittura generare un paradosso pericoloso, in quanto i cittadini saranno incentivati a differenziare meno, visto che devono pagare per forza sette litri in più di indifferenziato all’anno".
"Le ipotesi sono due: o questa amministrazione considera i cittadini incapaci di comprendere la realtà, oppure non ha mai realmente creduto nell’efficacia della tariffa puntuale - hanno concluso - a questo si aggiunge l’introduzione di un costo annuale, variabile tra i 20 e i 30 euro, per chi richiede il servizio di ritiro porta a porta di sfalci e potature. Anche quest’anno, dunque, le famiglie si troveranno a fare i conti con un aumento consistente della Tari. Un chiaro segnale del fallimento del modello di raccolta porta a porta e della tariffa puntuale tanto sbandierato da quest’amministrazione".