Politica

"Per la fase 2 pensiamo a famiglie e bambini"

Così la sindaca Cecchini, condividendo le sue preoccupazioni sulla scuola e su come ripartire dopo la fase più dura dell'emergenza coronavirus

Arianna Cecchini, sindaca di Capannoli

"Nel discutere della cosiddetta “fase 2” e della, legittima, ripartenza produttiva, mi pare ci si stia dimenticando della famiglia, complessivamente intesa. Ripartire a scuole chiuse significa ripartire zoppi - scrive la sindaca Arianna Cecchini -. Pare pressoché scontato che le scuole riapriranno oramai a settembre; pare altrettanto chiaro che non ci si renda conto delle palesi contraddizioni.

Se i genitori rientrano al lavoro, cosa faranno i bambini e le bambine? Se l’idea è quella di mantenere i genitori in smart working continuativo, dobbiamo anche ricordarci che non tutti i lavori possono essere svolti a distanza. È altrettanto chiaro che non è pensabile che un genitore lavori da casa condividendo contemporaneamente gli stessi spazi dove sono i figli.

I figli hanno bisogno di attenzione, di considerazione, non sono pesci rossi a cui si dedica attenzione una volta al giorno per nutrirli. Le famiglie dovranno organizzarsi tutte con baby sitter? Ci stiamo dimenticando che non tutte le famiglie possano permettersi una baby sitter per almeno 6/8 ore al giorno.

Oppure si sta pensando che, finita la fase 1, in cui abbiamo protetto piccoli e anziani, i nonni possano tranquillamente tornare a badare ai nipoti come se niente fosse stato? In tal caso la fase 1 sarebbe servita a ben poco.

Sono seriamente preoccupata da mamma, ma lo sono ancor più da donna delle istituzioni. Quando sento parlare di scuola sento solamente trattare il tema della didattica a distanza o degli esami. Non si parla mai della fascia di età che va dagli asili nido, passando per la preziosa scuola dell’infanzia, per arrivare alla scuola primaria. Si tratta di bambini, bambine, ragazzi e ragazze che non possono restare a casa da soli, che devono essere sorvegliati, sostenuti, aiutati.

Si tratta di bambini, bambine, ragazzi e ragazze che da oltre un mese si sono reinventati perché, come sappiamo, hanno risorse infinite ben più dei grandi. Se continuiamo a non pensare ad una ripartenza che tenga conto delle loro esigenze ed anche delle loro fragilità rischiamo di compromettere la loro vita per sempre.

E continuare a ragionare della ripartenza produttiva ed economica di un paese, senza tener conto della ripartenza complessiva delle famiglie, dimenticandoci i nostri figli, avremo perso ancora una volta. E faremo danni incalcolabili ai nostri piccoli.

Ad oggi percepisco poca attenzione su questo tema e questo mi preoccupa".