Attualità

Santo Pietro capitale della Valdera etrusca

I nuovi studi confermano l'importanza dell'odierno borgo collinare capannolese. Lectio magistralis di Marco Citi ed Eugenio Giani

Mano a mano che avanzano gli studi e le ricerche sotto (ipogei) e sopra il suolo, ora condotte anche con i droni che hanno rivelato il grande panorama a 360 gradi che si gode da Santo Pietro Belvedere, si consolida sempre più l'ipotesi che il borgo sia stato una significativa, importante, città etrusca. Una città perduta perché con i secoli se ne sono perse le tracce che però ora risorgono con tutto il peso della loro fisicità e spiritualità. 

Sì, molto probabilmente Santo Pietro era una città etrusca e se la vicina Volterra era una delle dodici capitali di quel popolo e di quel mondo, Santo Pietro era al centro di strade e percorsi che portavano verso l'allora vicino mare - dieci chilometri di distanza - verso l'Etruria del nord e così via.

Con una lectio magistralis nel giardino di villa Baciocchi, sempre più caposaldo dell'archeologia valderiana, ha spiegato, mostrato con tavole e raccontato il probabilissimo grande passato di Santo Pietro l'architetto Marco Citi, che sulla 'città perduta' fu autore di una tesi di laurea da cui è partita la riscoperta. 

Mentre un'altra lectio magistralis, stavolta più storica, è venuta dal presidente del Consiglio regionale della Toscana, Eugenio Giani, ospite d'eccezione alla serata che ha radunato a villa Baciocchi un folto e attento pubblico, e grande esperto e innamorato dell'Etruria.

Orgogliosa di questo successo e di queste rivelazioni anche la sindaca Arianna Cecchini.

Marco Chiti ha paragonato la situazione e la collocazione di Santo Pietro a quella, a esempio, della 'etruschissima' Fiesole. Anche Santo Pietro ha infatti due colli di diversa altezza, le Castelline e San Rocco, al tempo stesso divisi e uniti dalla sella che sta nel mezzo. Per fondare una città, gli etruschi con i loro Aruspici cercavano proprio una situazione simile che consentisse costruzioni sopra e sotto, gli ipogei, collegate al cielo diviso in 16 specchi e in relazione con le albe e i tramonti. Nel caso di Santo Pietro con l'alba che il 21 giugno spunta dal Montalbano mentre il tramonto è a Pisa, un percorso tutto lungo l'Arno, però più "adatta" a far da collegamento con la Versilia che non con la Valdera. Molto altro si è visto e capito nell'incontro capannolese-santopietrino ma ancor di più si capirà con gli annunciati nuovi studi nel borgo e nel circondario corredato di cippi e tombe della grande civiltà etrusca che, ha detto Giani, non fu conquistata e annullata da quella romana bensì inglobata.