Attualità

Arriva la primavera, puntuale e anomala

I profumi riempiono l'aria, la primavera sta arrivando puntuale come ogni anno. Biancospino, fiori selvatici e i primi alberi da frutto sono in fiore

Siamo vicini all’arrivo della primavera, che nell’emisfero boreale ha inizio il 21 marzo in coincidenza con l’equinozio.

La primavera è sinonimo di rinascita, di profumi, di nuova vita e a tutti noi riesce sempre a trasmettere qualcosa di positivo.

Ha ispirato artisti, pittori e illustri poeti di ogni tempo che di lei hanno scritto versi bellissimi, e l’hanno citata in fatti dal significato inequivocabile.

La natura si risveglia, mitica le sue temperature, ci regala giorni sempre più soleggiati e più lunghi.

Con l’arrivo della primavera i fiori cominciano a sbocciare, a ricoprire i prati ed i cigli della strada, ad uno ad uno anche i fiori coltivati riempiono i balconi ed i giardini, e anche gli insetti cominciano il loro lavoro.

Il glicine, il giacinto, la viola, la camelia, l’azalea, la magnolia, la rosa, la primula, il tulipano, l’azalea e la forsizia, uno dopo l’altro sbocciano regalandoci un meraviglioso spettacolo multicolor.

E da non dimenticare la mimosa, che accompagna ed è sinonimo della giornata dedicata alle donne, l’8 marzo.

Anche le piante da frutto ricominciano il loro ciclo e a prepararsi per far crescere i loro frutti.

Il mandorlo è il primo albero a far sbocciare i suoi meravigliosi fiori bianchi striati di un albicocca intenso, poi fiorisce l’albicocco dai fiori bianchi profumatissimi, poi ancora il pesco con i fiori rosa intenso, il susino, il melo e per ultimo il ciliegio che sarà il primo a maturare i suoi frutti rossi.

E anche in questo anno strano, la primavera sta arrivando puntuale come un orologio, e se si passeggia per la campagna, si trovano tappeti di margherite, giganteschi cespugli di biancospino selvatico, mandorli fioriti, fiori di albicocchi e di peschi.

La primavera non bussa, lei entra sicura, come il fumo che penetra in ogni fessura, ha labbra di carne, i capelli di grano, che paura, che voglia che ti prenda per mano, che paura che voglia che ti porti lontano” parole di Fabrizio De Andrè, quelle più azzeccate per questa primavera sempre splendida ma anomala che riesce a farsi ammirare, a farci respirare un’aria piena di profumi, ignara dei lutti e dei dolori della pandemia ancora in atto. 

Questa primavera non è come le altre, rimarrà nella mente di tutti noi con una insolita voglia di dimenticarla e di lasciarla dietro alle spalle, o magari, di ricordarla come uno spartiacque tra il dolore e la rinascita, proprio come essa vuole e come l'hanno sempre decantata i poeti.