Annata quasi disastrosa per le olive e l’olio, con almeno il 60 per cento di raccolto in meno rispetto all’autunno 2015 e con una più bassa qualità. La colpa è sempre tutta della mosca olearia (nome scientifico bactrocera oleae), il tremendo parassita che da qualche anno aggredisce i frutti e ne compromette il raccolto.
"L’inverno umido come quello del 2015/2016 è il primo colpevole – dice Carlo Caprai, contitolare dell'omonimo frantoio a Casciana Alta– perché consente alle larve di riprodursi e svilupparsi e aggredire le olive piccolissime alla fine di maggio, primi di giugno. In quel momento i proprietari dovrebbero praticare alle piante i trattamenti antiparassitari di prevenzione, da ripetersi anche più volte, in caso di stagione estiva non particolarmente calda. La temperatura estiva necessaria, per uccidere l’insetto, dovrebbe raggiungere almeno i 30 gradi. Quest’anno - dice ancora Carlo – sia pure in presenza di giornate estive caldissime, abbiamo avuto basse temperature e notti umide, binomio controproducente e habitat perfetto per il prolificare di questi insetti".
Non tutti, naturalmente, hanno visto perduto il raccolto. Coloro che hanno fatto i trattamenti preventivi hanno ottenuto un discreto quantitativo di olive, ma sicuramente tutti hanno avuto una qualità non eccellente.
La frangitura, per i Caprai, cominciava nei primi giorni di ottobre di ogni anno e finiva quasi sempre a gennaio dell’anno successivo. "Quest’anno non sarà così - conclude Carlo Caprai – già abbiamo delle ore libere durante le giornate e la maggior parte dei nostri clienti ha già franto, forse chiuderemo l’annata a dicembre".