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L'uovo perfetto nasce a Usigliano di Lari

Paolo Parisi cucina l'uovo al tegamino più buono del mondo. Il primato "certificato" anche da "Porta a porta" di Vespa nella puntata di Pasquetta

Paolo Parisi

Pare un semplice uovo al tegamino, ma è il più buono del mondo. E' quelllo cucinato da Paolo Parisi, un'eccellenza che persino il programma tv Porta a Porta condotto da Bruno Vespa ha portato ad esempio nella puntata di Pasquetta.

Le ormai celebri uova Parisi arrivano dalle galline livornesi che l'allevatore-chef fa razzolare nelle campagne di Usigliano di Lari, nella sua azienda agricola Le Macchie. "Un bambino una volta mi ha detto che sono più buone perché sanno di più di uovo - ha raccontato Parisi -. In realtà sono uova di galline livornesi allevate all'aperto, con la piccola particolarità che hanno latte di capra nella loro alimentazione come integrazione proteica".

L'allevatore ha coniato una particolare ricetta, chiamata Uovo Assoluto, "perché - dice - più buono di così non si può". Per cucinarlo occorre, prima di tutto scegliere del pane, preferibilmente “di montagna” (semiintegrale e a lievitazione naturale), e tagliarlo prima a fette e poi a strisce. Versare quindi l’olio extravergine in padella e portarlo a 100 gradi (50 secondi a fuoco medio). A questo punto levare la padella dal fuoco e versare sull’olio caldo l’albume dell’uovo di gallina allevata all’aperto: prima che questo diventi completamente bianco aggiungere del parmigiano biologico. Poi, con delicatezza, aggiungere anche il tuorlo dell’uovo e rimettere la padella sul fuoco, alzando la temperatura sino a 120 gradi (30 secondi a fuoco medio). Macinare infine il pepe sulla padella, regolando le macine in maniera che esca grosso. servire, infine, il tegamino ancora sfrigolante nel quale intingere il pane e raccogliere insieme tutti gli ingredienti.

Paolo Parisi sul suo profilo Facebook scrive "Inseguo il sogno di campare facendo quello che mi piace". E a chi non è chef ma vorrebbe prestare più attenzione a quel che mangia, consiglia di sviluppare una certa cultura del cibo perché "quando utilizziamo ingredienti che ci siamo autoprodotti, o che abbiamo selezionato con attenzione, cercheremo di utilizzarli sicuramente al meglio. Un’attenzione che diventa cura, per quello che mangiamo e per noi stessi quindi. E questo ci dà anche soddisfazione, un’altra soddisfazione".