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"Non si può aver paura di 11 donne e 8 bambini"

Don Armando Zappolini ha commentato i fatti avvenuti a Goro, dove i cittadini si sono rifiutati di accogliere i migranti

A Goro, piccolo paese del ferrarese, neanche quattromila abitanti, il prefetto aveva destinato 11 donne con 8 minori. I profughi però non sono stati accolti dalla cittadinanza. Gli abitanti di Goro hanno protestato duramente perché non volevano queste persone. Alla fine il prefetto ha dovuto arrendersi, cercando alle mamme e ai figli un'altra sistemazione.

"Mi riesce difficile vedere la paura per 11 donne e 8 bambini bisognosi - ha detto don Armando Zappolini -  questa cosa non può passare inosservata, in quel paese non c'era nessun migrante".

"I respingimenti di Gorino e Goro lasciano esterrefatti - ha aggiunto Zappolini che è anche presidente del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) - ma confermano un dato che è sempre più evidente: l'ordinarietà, la normalità della xenofobia nel nostro paese"

"Nei due paesini del Ferrarese - ha spiegato - si è arrivati alla rivolta, con tanto di barricate, per non accogliere un piccolo gruppo di donne e bambini che difficilmente avrebbero messo in crisi la vita delle due collettività. È il segno che, in una parte consistente della popolazione, il rifiuto dell'altro, tanto più se debole, è ormai un riflesso condizionato, che prescinde da ogni considerazione razionale oltre che etica. I numeri sono chiari, gli stranieri con i loro contributi pagano le nostre pensioni e saranno fondamentali per il futuro delle nostre aziende, per tenerle in piedi.". 

Zappolini ha inquadrato la situazione anche da un punto di vista politico: "Non v'è debbio che, per arrivare a questo punto, abbiano giocato un ruolo essenziale forze politiche e organi di stampa che hanno puntato massicciamente sulle paure e i risentimenti delle persone. Tuttavia, dobbiamo anche riconoscere che stenta a svilupparsi in Italia e in tutta Europa una visione alternativa, rispettosa dell'umanità e dei diritti delle persone migranti, che sia in grado di contrastare derive assai pericolose per la stessa democrazia". 

Volgendo lo sguardo fuori dai confini nazionali Zappolini ha detto: "La giungla di Calais, il suo sgombero e il muro che si sta costruendo, stanno lì a dimostrarlo come un monito per tutti coloro che hanno a cuore una pacifica convivenza. Il CNCA sente questo obiettivo come prioritario e si sta organizzando per essere ancora più efficace e presente su questo fronte".

"Come presidente del CNCA - ha concluso - mi domando come si fa a rifiutare mamme e figli e poi chiedere allo stato, giustamente, un aiuto per le famiglie e i minori, per i quali non esistono tuttora politiche e stanziamenti adeguati. Come prete, mi auguro davvero che, tra coloro che hanno manifestato a Gorino e Goro, non vi siano cristiani: avrebbero smarrito del tutto il senso più profondo del Vangelo".