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"Grillaia? Temiamo per sicurezza del territorio"

Il sindaco Tarrini: "Qualcosa negli ultimi anni non va, ci battiamo senza successo per dialogare con gli uffici regionali e col presidente Rossi"

Il sindaco Tarrini

Dal 2013 esiste un progetto di messa in sicurezza e chiusura dell’impianto ex discarica Grillaia approvato e mai partito. L’impianto è fermo dal 1998 e in attesa di essere definitivamente chiuso. Nonostante la struttura non sia operativa richiede comunque manutenzione.

Sulla vicenda è intervenuto il primo cittadino di Chianni, Giacomo Tarrini che da tempo, insieme ai Comuni di Lajatico e Terricciola, si sta battendo per la chiusura e la messa in sicurezza dell'impianto. L'anno scorso sono state organizzate anche numerose raccolte firme, anche da Legambiente, che hanno portato a raccogliere oltre mille iscritti, per la chiusura dell'impianto.

"Qualcosa negli ultimi anni non va… - ha esordito Tarrini - le nostre pressioni verso gli uffici preposti a farci conoscere lo stato dell’impianto sembrano aver condotto ad un nuovo scenario, a dir poco, preoccupante. Nell'ultimo anno si sono susseguiti numerosi solleciti da parte della Regione nei confronti della Nuova Servizi Ambiente in merito a importanti inefficienze dell'impianto discarica della Grillaia". 

"Si è giunti - ha ripreso Tarrini - ad un primo decreto dirigenziale della Regione a dicembre 2016 con il quale si diffidava Nsa a compiere tutta una serie di azioni di ripristino riguardanti pozzi di raccolta percolato, smaltimento regolare del percolato in seguito a raggiungimento di livelli definiti pericolosi ai fini dello sversamento, ripristino del bruciatore gas emessi dal corpo discarica ecc...".

"A seguito di un sopralluogo Arpat, a gennaio, ha constato alcune inadempienze di Nsa rispetto a quanto diffidato e, nonostante la procedura prevista in questo caso sia molto chiara, l'ufficio competente della Regione ha comunque preferito prorogare i termini fino a formulare una nuova diffida il 23 marzo 2017. Nella nuova diffida veniva intimato al gestore di ripristinare malfunzionamenti residui e di procedere immediatamente con l'esecuzione del progetto di messa in sicurezza e chiusura dell'impianto approvato nel 2013".

"Alla scadenza dei termini - ha spiegato il sindaco - la Nsa si è presentata con un nuovo progetto di conferimento dei soliti 270.000 cm di materiali tra i quali si è pensato bene di inserire il codice 17.06.05 (cemento amianto o eternit) definito altamente pericoloso dalle tabelle Cer. A questo scopo è stata indetta una conferenza di servizi entro il 9 ottobre e per la quale avevamo tempo fino al 28 settembre per presentare le nostre determinazioni e osservazioni alla Regione".

In fondo all'articolo, tra gli allegati, si può leggere il documento trasmesso dal Comune di Chianni alla Regione dove "evidenziamo tutta la nostra contrarietà e l'illegittimità del percorso adottato".

"Da oltre tre anni questa amministrazione si batte senza successo - ha sottolineato il sindaco - per dialogare seriamente con gli uffici regionali preposti e con i politici che rappresentano questo territorio (Presidente Rossi compreso): a loro mi rivolgo affinché si torni a ragionare in considerazione del fatto che questo territorio ha sacrificato tutte le sue potenzialità nei periodi di apertura del sito e tutt'oggi ne sta subendo le conseguenze".

"La tutela della salute pubblica e la valorizzazione del territorio dal punto di vista agrituristico e enogastronomico che stiamo portando avanti con successo da anni sono seriamente compromesse - ha concluso Tarrini - questi sono i seri motivi per i quali ci batteremo in ogni sede appropriata per difendere il futuro dei nostri giovani e dei nostri territori".