Lavoro

Cisl: a Pontedera persi oltre 1500 posti di lavoro in un anno

Sono 15mila i lavoratori che nel gennaio 2013 si sono rivolti al centro per l'impiego. Giovedì e venerdì il congresso della Cisl
PONTEDERA - Al primo gennaio 2013 i disoccupati che si sono rivolti al centro per l'impiego di Pontedera erano quasi 15.400. Nel 2012 solo a Pontedera hanno perso il lavoro 1540 persone. Più di un terzo di quelli che sono rimasti senza lavoro nella Provincia di Pisa 4.600 persone. A fornire questi dati è la segreteria provinciale della Cisl di Pisa. Che dice “È sufficiente questa immagine per farsi un’idea della “fame” di lavoro tra Pisa e Pontedera”. La situazione attualmente è ancora più preoccupante se si pensa che solo nel mese di gennaio gli sportelli dei centri per l’impiego di Pisa, Pontedera, Santa Croce sull’Arno e Volterra hanno accolto 10.772 persone, disoccupate o inoccupate. Poi c'è la questione di un quadro ancora più duro se si prendono in esame i numeri degli ammortizzatori sociali. Nel solo gennaio 2013 nel comprensorio pontederese 1332 lavoratori sono stati collocati in cassa integrazione, 4070 in tutta la Provincia di Pisa. Questi sono solo alcuni dei dati che saranno presi in esame a cominciare da giovedì 7 e venerdì 8 marzo dalla Cisl pisana che terrà il suo congresso per il rinnovo della segreteria all’hotel Golf a Tirrenia. Oltre 160 delegati saranno chiamati a eleggere il nuovo consiglio generale, e quindi il nuovo segretario generale provinciale e la nuova segreteria Ust. Ai lavori parteciperà anche il segretario nazionale confederale Fulvio Giacomassi. Nel corso del 2012 sono stati attivati attraverso i centri per l'impiego 46.000 contratti in tutta la provincia, spesso per poche giorni o poche settimane, ma anche a tempo indeterminato. Un scenario nel quale Gianluca Federici, il segretari provinciale della Cisl vede vari pericoli. “La gente oggi si ritiene fortunata ad avere un lavoro. E chiude un occhio se l’azienda gioca sui suoi diritti, magari conquistati in passato dai suoi colleghi. Ogni giorno mi vengono riferite storie di lavoro nero, di aziende che risparmiano sugli strumenti di protezione che dovrebbero dare ai loro dipendenti, di buste paga e trattamento di fine rapporto non pagati, di mansioni non corrispondenti al livello contrattuale, di regole di fatto imposte senza alcun tipo di accordo e di contrattazione. I nostri uffici legali, negli ultimi mesi, registrano un incremento di utenti. Molti, - conclude Federici - intimoriti dalla possibile reazione del loro datore di lavoro, finiscono però con il rinunciare ad aprire una vertenza”.