Cultura

​Il prete che parlava al popolo con la sua lingua

A cura di Silvio Ficini esce un ponderoso libro su Pietro Mori, pievano ottocentesco di Montopoli che istruiva i parrocchiani e dialogava col Manzoni

La diocesi di San Miniato si arricchisce di un un nuovo contributo religioso-storico-culturale con la pubblicazione di "Un parroco di campagna che istruisce il suo popolo: il pievano di Montopoli Pietro Mori (1818-1860)".

Opera che raccoglie organicamente le tante opere del prete capace di dialogare al tempo stesso col suo popolo e con letterati di prima fila, come Alessandro Manzoni, incontrato a Varramista, e Niccolò Tommaseo

"Se il Prete non spiega il vangelo al popolo con la lingua viva del popolo _ecco una massima di don Mori _ getta il fiato a qualcos'altro". Insomma, se non si fa capire dalla gente è inutile che parli.

Gli anni d'attività di Pietro Mori sono quelli del risorgimento anticlericale e della questione romana _ ma don Mori morì prima che Roma diventasse capitale d'Italia _, periodo ricco di contrasti nel quale il pievano seppe tuttavia conservare una linea ben chiara di intervento nei confronti dei sui parrocchiani mentre, al tempo stesso, continuava a pubblicare opere per l'editore fiorentino Le Monnier. 

In quei tempo molti preti della diocesi sanminiatese erano anche scrittori ma il Pievano di Montopoli, per così dire, eccelse su tutti.
E' stato importante quanto oneroso il lavoro di Silvio Ficini, scrittore prolifico che su Montopoli e sull'Ottocento aveva già pubblicato molto per portare a compimento, ricco anche di indici e riferimenti attenti e ben collocati, un'opera di ben 380 pagine fra le quali la prefazione del vescovo Andrea Migliavacca.

Mario Mannucci

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