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Dal Marocco al Sete sois tra luce e colore

Ahmed Al Barrak ha esposto venti opere nel salone di viale Piaggio e ha tenuto laboratori in cui spiega la sua tecnica. Il racconto dell'esperienza

Strategicamente posizionata tra Pisa e Firenze, Pontedera non è soltanto la sede della Piaggio ma nel corso degli anni, grazie al programma di intercambio artistico internazionale promosso dal Festival Sete Sóis Sete Luas, Pontedera si è trasformata in un importante centro per la musica popolare e l'arte contemporanea.

Nell'ambito del suo programma artistico, il Festival promuove atelier di creatività. La scorsa settimana il ciclo di laboratori è stato realizzato dal pittore marocchino Ahmed Al Barrak, professore all'Istituto di Belle Arti di Tétouan. Gli atelier, eccezionalmente aperti a tutti e non solo alle scuole, hanno visto la partecipazione di moltissime persone di tutte le età tra le quali alcuni artisti, testimoniando la necessità di sperimentare linguaggi diversi.

Con Ahmed Al Barrak abbiamo parlato anche di questo.

Ahmed, hai prodotto le opere della mostra Geste et Lumière, in esposizione fino a pochi giorni fa al Centrum Sete sois. Accompagnaci in una visita guidata virtuale...

“Si tratta in effetti di una ventina di opere che ho preparato espressamente per il Festival Sete Sóis Sete Luas. Ho lavorato con tecnica mista su tela. La mia ispirazione nasce dal gesto e dalla luce, da cui deriva il nome che ho dato a questa serie di quadri. Sono opere con formati diversi che evolvono seguendo una declinazione di blu intensi. Nell'energia dei gesti e delle linee curve, qualcuno potrà vedere volti di bambini irsuti, altri scopriranno dei personaggi onirici che fuoriescono dalle profondità del mare, delle finestre aperte su un'immensità blu... Nel corso del mio lavoro mi sono sempre lasciato guidare dall'istinto e del mio stato d'animo. I colori scelti in un dato momento ne hanno chiamati altri. Linee e colori dialogano e si rispondono. Un'opera non è solamente quello che l'artista ha voluto metterci, è anche ciò che lo spettatore ne fa, interpretandola secondo il proprio vissuto e le proprie emozioni”

Questa esposizione di Pontedera è nata dopo una mostra che hai fatto a Ponte de Sôr, in Portogallo. Cosa pensi della rete internazionale che il Festival Sete Sóis Sete Luas ha creato per lo scambio artistico?

“Penso che sia una cosa eccellente in un momento come questo, in cui tanti fossati vengono incessantemente scavati per dividere i popoli. L'avvicinamento dei popoli attraverso la cultura è lo strumento più pacifico ed efficace, poiché avviene in una dimensione completamente estranea a quella delle guerre d'interesse. Vorrei cogliere l'occasione per ringraziare gli organizzatori, i responsabili e tutti quelli che partecipano all'attività e alla filosofia del Festival Sete Sóis Sete Luas per il magnifico lavoro che portano avanti nell'avvicinamento dei popoli attraverso l'arte”

Vieni dall'Istituto Nazionale di Belle Arti di Tétouan. La tua arte è vissuta, è un processo di creazione continua, infaticabile, quotidiana. Come ti sei avvicinato all'arte? E perché hai scelto l'astrazione come linguaggio artistico? Qual è il ruolo del colore nelle tue opere?

“In effetti attualmente sono professore di Belle Arti a Tétouan. La mia formazione è stata tanto accademica quanto moderna, alla facoltà di Arti Applicate di Casablanca, negli anni '70. Mi sono avvicinato all'arte molto presto, assecondando la mia passione per il disegno e la pittura. Il fascino per i grandi maestri dell'arte ha fatto sì che le mie prime esposizioni fossero soprattutto figurative. Il mio lavoro si è poi trasformato rapidamente in astrazione. Probabilmente perché sentivo che l'astrazione mi offriva un campo più vasto di espressione. Quanto al colore, ha un ruolo essenziale nella mia pittura. Sono di Tangeri, e sapete quanto la luce mediterranea sia speciale e ispiratrice. E chi dice luce, dice colore naturalmente”

A Pontedera hai realizzato dei laboratori di creatività, con partecipanti di tutte le età. Parlaci di questa esperienza.

“È stato interessante e arricchente. I partecipanti di tutte le età hanno realizzato opere estremamente vivaci. Si sono immediatamente dimostrati interessati alla tecnica che ho proposto e si sono cimentati con entusiasmo e creatività in tutte le sessioni, con un'attitudine sempre positiva. Alla fine abbiamo avuto degli ottimi risultati”

Dopo qualche giorno passato a Pontedera ti sarai sicuramente fatto un'idea sulla città. Cosa pensi di Pontedera? Cosa ti è piaciuto e cosa no?

“Confesso che non avevo mai sentito parlare di Pontedera prima di conoscere l'associazione Sete Sóis Sete Luas. È una città piena di charme. Il primo giorno ho visitato lo stabilimento della Vespa; nel mio paese pochissime persone sanno che questa marca conosciuta mondialmente è fabbricata a Pontedera. È anche una città culturale che ha la fortuna di trovarsi tra Pisa e Firenze. Le persone sono molto accoglienti e simpatiche, non mi sono sentito straniero nemmeno per un istante”