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Damone: "Tuteliamo gli assistenti sociali"

“Abbiamo ben presente il problema e stiamo mettendo in atto tutte le procedure necessarie per tutelare operatori e utenti”

Rocco Damone, il direttore generale della Asl 5 interviene sulla questione della sicurezza degli assistenti sociali dopo la denuncia del sindacato. “Sono sorprendenti le affermazioni del responsabile della Funzione Pubblica del sindacato e sopratutto preoccupano i toni che sono al limite del qualunquismo”, così il direttore generale della Asl 5, Rocco Damone risponde alla denuncia della Cgil. “Mi preme sottolineare – continua Damone – che la direzione della Asl 5 non ha mai fatto mancare i livelli di protezione e tutela dei lavoratori . E’ sicuramente molto grave e preoccupante quanto è accaduto due settimane fa ciò richiede, senza dubbio, la definizione di una strategia articolata e complessa. Anche in questo caso, tuttavia, la Asl 5 ha tempestivamente preso in carico il caso, avviando una specifica procedura aziendale a tutela della sicurezza ed è quindi intervenuto il gruppo preposto ad individuare le misure organizzative e strutturali da porre in atto. I provvedimenti necessari andranno approfonditi e nel farlo terremo sicuramente conto dei suggerimenti degli operatori. Tuttavia non possiamo certamente militarizzare le strutture socio sanitarie ne' trasformarle in luoghi in cui si accede attraverso sbarramenti progressivi di presunta sicurezza. I luoghi in cui ci si cura - continua il direttore generale - o dove ci si reca per accedere a prestazioni socio-sanitarie devono essere aperti, accoglienti e capaci di dare risposte puntuali ai cittadini. Soprattutto dobbiamo pensare che l'acuirsi della crisi sociale potrà provocare il moltiplicarsi di questi episodi che dovranno essere prevenuti. Pertanto garantiremo a tutti i nostri operatori il massimo della tutela, come abbiamo sempre fatto, ma sopratutto lavoreremo per prevenire queste situazioni attivando reti sociali formali ed informali, in piena sintonia con la Società della Salute di Pisa, in grado di individuare in maniera proattiva le situazioni di rischio in modo che si possa intervenire in tempo ed evitare che esplodano. Questa, a mio parere, è l’unico sistema per difendere i diritti degli operatori e degli utenti del servizio sanitario”.